I paesi dell’Unione Europea sono divisi circa le modalità in cui potrebbero allontanarsi dalla dipendenza dalla Russia per gas e petrolio. Attualmente, Germania e Italia sarebbero le nazioni più dipendenti dai prodotti russi, rispettivamente per il 42,6% e 29,2%.
Il ministro dell’economia tedesco ha affermato che la Germania sarà in grado di applicare un embargo sul petrolio russo entro il 2022. Le reazioni a questa dichiarazione sono state controverse, come riferisce la BBC. L’Ungheria ha annunciato che si opporrà a questa decisione.
I ministri dell’Unione si sono incontrati lunedì 2 maggio per decidere come agire. Le due sfide più importanti riguardano il pagamento dell’energia russa in un modo che non indebolisca l’effetto delle sanzioni applicate, e parallelamente come sviluppare nuove fonti di energia alternative per staccarsi dalla dipendenza russa.
Kadri Simson, direttore del centro per le Politiche energetiche dell’UE, durante l’incontro del 2 maggio ha affermato che il blocco alle forniture di gas per la Polonia e la Bulgaria da parte di Putin non ha fatto che rafforzare la volontà di “diventare indipendenti a livello energetico” dalla Russia.
Gazprom, gigante dell’energia russa, ha bloccato la fornitura di gas a Polonia e Bulgaria a seguito del rifiuto delle due nazioni di effettuare i pagamenti in rubli, come stabilito in precedenza dal presidente Putin.
L’Europa è attualmente il principale acquirente di combustibili fossili dalla Russia. Tuttavia, alcuni paesi ne sono più dipendenti di altri, e, per questo motivo, i tagli alle forniture potrebbero avere un enorme impatto sull’economia.
Slovacchia e Ungheria l’anno scorso hanno ricevuto rispettivamente il 96% e il 58% di petrolio dalla Russia, come riportano le stime del’Agenzia Internazionale per l’Energia.