mercoledì, 8 Maggio 2024
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Dalla Siria all’Arabia Saudita, attraverso la Germania: il traffico illegale di Captagon riguarda anche l’Europa e l’Italia non resta a guardare

Da quando produrre Captagon, uno stimolante sintetico famoso per le proprietà dopanti, è diventato illegale, il suo traffico non si è fermato, anzi, pare voler testare nuove rotte insieme a modi sempre più fantasiosi per eludere le autorità

Pochi giorni fa ha preso il via in Germania il processo a due siriani accusati di aver organizzato per conto di un’organizzazione libanese il passaggio di 250 chili di capsule di Captagon, rinvenuti lo scorso anno in un magazzino a sud della città bavarese di Ratisbona. Ben nascoste all’interno di sacchetti di trucioli di marmo, le pasticche avrebbero dovuto raggiungere l’Arabia Saudita proprio attraverso lo scalo nel paese della Repubblica Federale.

Originariamente impiegato come antidepressivo o come rimedio per curare disturbi come la sindrome da deficit di attenzione, il Captagon è stato inserito nella lista di sostanze vietate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1986, anno a partire dal quale si è diffusa la sua produzione clandestina. Sebbene il nome sia lo stesso, quella che oggi viene maggiormente trafficata è una sua versione contraffatta dalle proprietà dopanti: se il Captagon “ufficiale” è un cloridato di fenetillina che ingerito si divide in amfetamina e teofillina, la variante in questione non contiene fenetillina, ma semplice amfetamina, in grado di inibire la percezione del dolore e della fatica, oltre a provocare scariche di energia ed euforia che portano chi l’assume a sentirsi onnipotente. Tracce di questo stimolante, che viene prodotto sotto forma di pasticche color bianco, sono state ritrovate nel sangue di uno degli attentatori della strage di Parigi del 2015, mentre è risaputo se ne faccia ampio uso tra i militanti dell’Isis e gruppi terroristici che operano in Medioriente, proprio perché l’effetto che genera pare indurre i soggetti a compiere atti di violenza senza avvertire alcun rimorso, oltre a renderli estremamente insensibili alla fatica fisica.

I maggiori paesi produttori sono attualmente il Libano e la Siria, che dirigono i propri traffici principalmente verso gli stati del Golfo, sfruttando l’omertà delle autorità che, corrotte, consentono al passaggio della merce attraverso le frontiere. Da quando l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno introdotto misure più stringenti nei confronti di articoli di origine libanese e siriana, le rotte del commercio di Captagon hanno iniziato a sfruttare come corridoi l’Iraq, l’Egitto e non solo, perché ad oggi anche l’Europa è coinvolta.

Gli esperti non hanno dubbi sul coinvolgimento diretto del regime siriano di Bashir al-Assad che, dallo scoppio della guerra civile nel 2011, pare considerare questa droga una nuova fonte di entrate per il paese, la cui economia è crollata anche in seguito alle pesanti sanzioni internazionali. Nel frattempo, però, la scelta dell’Europa come canale alternativo per raggiungere i paesi del Golfo è stata testimoniata nel 2018 dalla scoperta di circa 175 kili di pillole di provenienza siriana nel porto di Amburgo, nascoste entro mobili, e, nel 2020, dall’intercettazione da parte della Guardia di Finanza di Napoli di 14 tonnellate di Captagon – per un valore di circa un miliardo di euro – entro un container a Salerno. Proprio quest’ultimo è considerato il più grande sequestro di Captagon mai avvenuto a livello globale.

Elena Consuelo Godi
Studentessa della facoltà di Economia e management internazionale
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