La Tunisia ha visto un notevole cambiamento dell’atteggiamento nei confronti delle donne in carica politica da quando Najla Bouden è diventata la prima donna primo ministro nel Paese e nell’intero mondo arabo.
Tuttavia, questo non significa che la vita delle donne tunisine sia migliorata, scrive Jessie James della BBC.
Bouchra Belhadj Hamida ha passato la sua vita a lottare per l’uguaglianza e la democrazia delle donne in Tunisia.
A seguito della rivoluzione tunisina del 2011 – in cui Bouchra Belhadj Hamida ha partecipato a proteste di massa che si sono concluse con il rovesciamento del presidente e leader assoluto del Paese Zine El Abidine Ben Ali – il Paese ha approvato una legge che garantisce pari opportunità tra uomini e donne.
La legge impone ai partiti politici di inserire un numero uguale di uomini e donne nelle liste dei candidati al parlamento.
È stato in quel momento che Bouchra si è unita a uno dei partiti politici.
Ma essere una donna in politica in Tunisia – e una donna che lotta per la parità dei diritti – non è facile.
«Sono stata vittima di molestie, campagne diffamatorie e minacce di morte», ha affermato Bouchra.
Ma la Tunisia sta attualmente subendo un importante cambiamento di atteggiamento nei confronti delle donne in posizioni di potere, più di qualsiasi altro paese del mondo arabo.
Un nuovo sondaggio dell’Arab Barometer per BBC News Arabic mostra che dal 2018 c’è stato un calo del 16% – dal 56% al 40% – nella proporzione di coloro che sono d’accordo con l’affermazione “In generale, gli uomini sono più bravi nella leadership politica rispetto alle donne”.
Il sondaggio è arrivato quando una donna è diventata primo ministro per la prima volta nella storia della Tunisia, l’ingegnere geologico Najla Bouden, che è stata nominata al posto dal presidente Kais Saied nell’ottobre 2021.
Amani Jamal, co-fondatrice dell’Arab Barometer e preside della Princeton School of Public and International Affairs negli Stati Uniti, afferma che «Non abbiamo visto un cambiamento importante nell’opinione pubblica verso i diritti delle donne prima della sua nomina».
Il sondaggio ha anche rilevato che la Tunisia ha la percentuale più alta di persone – il 61% – che pensa che la violenza contro le donne sia aumentata nell’ultimo anno nonostante la legislazione approvata nel 2017 per combatterla.
Ben Azzouz vede i risultati dell’indagine come un segnale molto positivo di diffusa consapevolezza della violenza contro le donne.
Il parlamento tunisino, ora sciolto, ha approvato nel 2017 una legge sulla lotta alla violenza contro le donne.
L’emanazione di questa legislazione, nota come legge n. 58, è stata interpretata come un precedente storico in cui la Tunisia ha preceduto molti dei suoi vicini in quest’area.