martedì, 3 Dicembre 2024
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Disputa tra Maduro e Guaidó per l’accesso alle riserve auree venezuelane in Inghilterra

Nicolás Maduro e Juan Guaidó al centro della disputa per l’accesso e il controllo delle riserve auree venezuelane presso la Banca d’Inghilterra

Le riserve auree venezuelane sono state oggetto di una disputa tra l’attuale presidente Nicolás Maduro e il leader dell’opposizione Juan Guaidó. Entrambi hanno emanato ordini contrastanti sulla gestione delle riserve auree e il Tribunale Supremo di Giustizia del Venezuela (TSJ) aveva deciso di ridurre l’ingerenza di Guaidó sull’oro, ma dopo quattro giorni di processo il giudice britannico Sara Cockerill ha deciso che il controllo dell’oro dovrebbe spettare a un consiglio di consiglieri nominato dall’opposizione venezuelana e non a un consiglio nominato dal presidente Maduro, riconoscendo dunque Guaidó come presidente ad interim del Paese latinoamericano. Cockerill ha affermato che «c’erano prove chiare che il Tribunale Supremo di Giustizia del Venezuela fosse composto da giudici che sostenevano Maduro e che le loro decisioni non erano riconosciute dalla Legge britannica».

La sentenza rappresenta una vittoria per l’opposizione, ma il giudice Cockerill non ha autorizzato l’opposizione ad accedere alle riserve, perché deve essere stabilito da un’altra udienza. Guaidó ha comunque affermato che si tratta di «un’ulteriore vittoria internazionale per la democrazia e la libertà; questa decisione rappresenta un passo importante verso la protezione delle riserve auree internazionali del Venezuela a beneficio del futuro del popolo venezuelano».

La rappresentanza legale del governo Maduro, invece, ha dichiarato che proseguirà gli sforzi per accedere alle riserve e che la Banca Centrale del Venezuela (BVC) sta valutando un ricorso, come riporta la BBC. Se da un lato i legali di Maduro sostengono che lo Stato cerca di vendere parte delle 31 tonnellate di oro per rafforzare il sistema sanitario duramente colpito dalla pandemia di Covid-19, dall’altra parte Guaidó ritiene che il governo Maduro voglia le risorse auree per pagare gli alleati che lo hanno aiutato ad affrontare i gravi problemi di liquidità dopo anni di crisi.

L’accesso all’oro è stato congelato dal 2019, dopo che diverse nazioni occidentali, guidate dal Regno Unito e dagli Stati Uniti, hanno appoggiato Guaidó dichiarandolo presidente ad interim dopo che le elezioni vinte da Nicolás Maduro nel 2018 sono state da molti ritenute fraudolente. Il leader dell’opposizione chiese dunque alla Banca d’Inghilterra di bloccare l’accesso del governo Maduro alle riserve auree e la Banca Centrale del Venezuela ha intentato una causa per cercare di riprenderne il controllo, sostenendo la necessità di quei fondi per coprire i costi delle misure contro la pandemia.

Per decenni il Venezuela ha immagazzinato oro delle proprie riserve in banche estere, sia in Europa che negli Stati Uniti: è una strategia seguita da molte nazioni, per la protezione e la salvaguardia delle proprie riserve auree. La maggior parte delle riserve del Venezuela, comunque, si trova a Caracas.

Chiara Felizzi
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione (LM94)
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