venerdì, 29 Marzo 2024
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Epidemia di Ebola in Uganda, due distretti in lockdown

Il Presidente ugandese ha annunciato tre settimane di lockdown in due distretti del Paese per far fronte all’emergenza sanitaria. Attenzione alta da parte degli Stati confinanti

In base alle ultime disposizioni delle autorità competenti, bar, locali notturni, luoghi di culto e sale per spettacoli resteranno chiusi per tre settimane a seguito della diffusione del virus Ebola in Uganda. Entrerà in vigore il coprifuoco come ulteriore misura di contenimento.

Le restrizioni si applicheranno solo nei distretti di Mubende e Kassanda a causa dell’elevato numero di casi, ma il Presidente Yoweri Museveni, dapprima scettico verso l’introduzione di restrizioni alla libertà personale, non esclude la possibilità di estendere le misure ad altri distretti qualora la situazione peggiorasse.

Kampala ha registrato il primo caso ufficiale di Ebola lo scorso 20 settembre come riporta il ministero della salute ugandese. Il “paziente zero” sarebbe un ragazzo di 24 anni residente in un villaggio nel distretto di Mubende, epicentro dell’epidemia a 80 km dalla capitale. Il ragazzo presentava inizialmente una serie di sintomi non direttamente collegabili al virus, ma, successivamente, la comparsa di febbre emorragica avrebbe spinto i medici dell’ospedale della capitale a inviare le analisi del sangue all’Istituto di ricerca per le malattie infettive.

I referti dell’istituto hanno poi dimostrato che si tratta di una particolare variante di Ebola, ascrivibile al ceppo sudanese (SUDV), per il quale non sono previsti vaccini autorizzati. I sintomi dell’Ebola-SUDV comprendono vomito, diarrea, febbre, emorragia esterna o interna e, nei casi peggiori, possono portare alla morte. Il virus si trasmette attraverso il contatto diretto con fluidi corporei o sostanze contaminate.

Come riporta BBC Africa, il ministero della salute ugandese in data 17 ottobre ha registrato 58 casi confermati di Ebola, tra cui 17 morti. Il numero potrebbe essere sottostimato a causa delle lacune nel sistema di tracciamento nazionale.

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) in Africa ha dichiarato che la situazione è sotto controllo, ma è necessario un costante monitoraggio e una maggior collaborazione tra cliniche pubbliche e private. Da parte sua, il Presidente ugandese ha affermato di aver ordinato alla polizia di intervenire qualora i residenti dei distretti oggetto di lockdown non rispettino l’isolamento. Inoltre, ha interdetto ai guaritori tradizionali di gestire pazienti infetti da Ebola.

Il ricordo dell’epidemia di Ebola del 2011 è ancora molto presente nella memoria collettiva ugandese: allora, la variante dello Zaire aveva mietuto almeno 11 mila vittime solo in Uganda. Per evitare una possibile tragedia, dunque, si sono riuniti i ministri della salute di nove Stati africani (Burundi, Repubblica democratica del Congo, Kenya, Liberia, Ruanda, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda) per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed evitare che diventi transnazionale.

Durante l’incontro tenuto a Kampala, i ministri si sono accordati su una serie di misure comuni per migliorare il sistema di comunicazione e monitoraggio dei casi di Ebola SUDV, attraverso una cooperazione rafforzata di informazioni e di scambio di personale sanitario. Inoltre, hanno stabilito di implementare delle campagne di sensibilizzazione della popolazione per porre presto fine alla diffusione del virus.

Sara Oldani
Studentessa di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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