A Pechino è iniziata la settimana congressuale delle più alte sfere politiche del Paese.
Xi Jinping ha aperto il ventesimo Congresso del Partito comunista cinese, il momento più alto della politica nazionale. Con molta probabilità, il Congresso darà a Jinping uno storico terzo mandato, un evento mai accaduto nella storia della Cina dal 1949 a oggi.
Nella cornice dell’immenso Palazzo del popolo di Pechino, il leader asiatico ha dato inizio al Congresso con un discorso lungo, ma non molto rispetto a quello pronunciato nel Congresso precedente, durato tre ore e mezza.
Il presidente Jinping ha parlato per circa 1 ora e 45 minuti, limitandosi a riprendere temi già ampiamente trattati negli anni precedenti e sfiorando appena due temi di attualità, quello delle proteste a Hong Kong e quello della risposta alla pandemia con la strategia “Zero-Covid”, fortemente criticata in Cina da parte della popolazione.
Al contrario, il leader ha lodato e difeso la strategia fatta di lockdown a ripetizione, sostenendo che «la vita e la salute della popolazione sono state protette al massimo e il coordinamento tra lotta contro la pandemia e sviluppo economico e sociale ha ottenuto i risultati positivi e importanti», come riporta la BBC.
Su Hong Kong, invece, ha ribadito come nella regione amministrativa speciale della Cina sia stato ristabilito l’ordine, grazie alla «concretizzazione del principio di governo da parte dei patrioti». Ha confermato inoltre la linea di Pechino di fronte alle proteste popolari: «continueremo a reprimere con risolutezza le forze che cercano di destabilizzare Hong Kong con l’obiettivo di colpire la Cina».
Sulla questione spinosa del cambiamento climatico, il presidente cinese ha assicurato che il suo paese, uno dei più nocivi in termini di emissioni di gas ad effetto serra, promuoverà attivamente la transizione ecologica. Il leader, tuttavia, non intende eliminare l’utilizzo del carbone, la fonte fossile in assoluto più dannosa per il clima.
I 2.300 delegati riuniti a Pechino si esprimeranno il 23 ottobre, eleggendo un nuovo comitato centrale composto da 200 membri effettivi e 170 supplenti, cioè senza diritto di voto. Una volta costituito, il nuovo comitato centrale elegge il Politburo (25 membri), il comitato permanente del Politburo di sette membri e il segretario del Partito, che è la carica suprema.
Al termine del congresso, a XI Jinping sarà quasi sicuramente affidato il terzo mandato, facendo passare quest’ultimo alla storia.
Il paragone che in molti fanno con Mao Tse-tung, fondatore della Repubblica popolare cinese, che restò al potere dal 1949 al 1976, sembra però azzardato. In particolare, per lo spessore culturale e l’influenza che ebbe il maoismo, ben al di là dei confini cinesi.