mercoledì, 4 Dicembre 2024
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Migrazione: l’Italia rinnova il Memorandum d’intesa con la Libia

Il 2 novembre l’Italia ha rinnovato il Memorandum con la Libia. Si riapre così la questione migratoria insieme alle critiche sollevate da ong e società civile

Il 2 novembre l’Italia ha rinnovato – per altri 3 anni – il Memorandum d’intesa sulla migrazione con la Libia. Il Memorandum, in realtà, consta di una serie di tematiche più ampie, ma la questione migratoria è l’elemento chiave.

L’accordo italo-libico è stato siglato il 2 febbraio 2017 dall’allora Presidente del Consiglio italiano Gentiloni e dal Presidente del Governo di Accordo Nazionale libico al-Serraj. In base all’accordo, le parti firmatarie si impegnano a cooperare nel campo dello sviluppo economico e della sicurezza, nella lotta all’immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani.

Nello specifico, l’Italia ha l’onere di finanziare e addestrare la Guardia costiera libica che ha il compito di sorvegliare il Mediterraneo centrale – in primis la rotta verso l’Italia – ed eventualmente, di respingere i migranti e i trafficanti di esseri umani in Libia.

Le autorità libiche e in alcuni casi le milizie operanti sul territorio trattengono in seguito i migranti respinti nei centri di accoglienza. L’Italia supporta con ulteriori fondi i centri per migranti e le aree depresse della Libia.

L’obiettivo principale del Memorandum d’intesa è quello di porre un argine all’ondata migratoria proveniente dalla sponda sud del Mediterraneo. Il crollo del regime di Muammar al-Gheddafi e il successivo scoppio della guerra civile in Libia avevano infatti reso i confini africani porosi.

In effetti l’accordo sembra aver ridotto buona parte delle partenze illegali dal Paese africano. Tuttavia, la controversia in seno all’accordo – far gestire i flussi migratori da parte di un’autorità costiera di uno Stato in guerra civile – ha destato molte critiche, specialmente dalle ong per il soccorso in mare e dalla società civile.

La prima problematica insita nel Memorandum sarebbe la violazione dei diritti umani dei migranti detenuti nei centri. Numerose organizzazioni non governative come Amnesty International testimoniano torture e trattamenti inumani e degradanti nei confronti dei migranti.

Inoltre, il respingimento in mare da parte della Guardia costiera libica sarebbe in aperta violazione del principio di non refoulement, base del diritto internazionale dei migranti come sancito dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati.

Il governo italiano ha deciso di rinnovare il Memorandum, privilegiando gli interessi securitari dell’Italia.

Nel Mediterraneo e in generale a livello europeo, si è dunque riaperto il dibattito sulla questione migratoria. Tuttavia, finché non si creerà una comune politica migratoria europea, nella più ampia cornice di una politica estera unica, il problema resterà ancora aperto.

Sara Oldani
Studentessa di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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