giovedì, 21 Novembre 2024
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Perù: la presidente Boluarte chiede elezioni anticipate

La presidente Boluarte avanza due proposte al Congresso, mentre per le strade del Perù continua a regnare il caos

La soluzione alla recente crisi, iniziata con il mancato autogolpe di Pedro Castillo, il 7 dicembre, è nelle mani della nuova presidente, Dina Boluarte, o del Congresso. Tuttavia, per venirne a capo, bisognerà ancora attendere.

I due poteri, esecutivo e legislativo, continuano ad avanzare richieste, ma nessuno si fa avanti. Questo lunedì, 30 gennaio, il Congresso ha approvato la riapertura del dibattito sulla possibilità di tenere le elezioni nel 2023, anziché a metà 2024, come previsto. La questione era già stata discussa senza successo in numerose occasioni negli ultimi due mesi, l’ultima delle quali venerdì 27.

I manifestanti continuano a esercitare pressioni sul governo, che sente di avere sempre meno spazio di manovra.

Per il primo mese e mezzo, le proteste non hanno causato troppi disagi a Lima, che ospita un terzo della popolazione del Paese. Negli ultimi dieci giorni, tuttavia, gli scontri fra forze dell’ordine e manifestanti si sono spostati nelle strade della capitale.

Sabato 28 gennaio è stato il giorno più violento della settimana. Tredici civili sono rimasti feriti. Tra le forze dell’ordine, si contano circa 20 feriti. Inoltre, sono stati segnalati attacchi ai giornalisti e quindici manifestanti sono stati arrestati. La crisi ha già causato la morte di 58 persone, l’ultima delle quali proprio questo sabato a Lima, a causa di un colpo di pistola.

Come riportato da EL PAÍS, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha pubblicato venerdì 27 gennaio le sue raccomandazioni per il Perù. L’organismo ha formulato più di 200 proposte. Delle 202 avanzate, più di venti mirano a evitare l’uso improprio della forza da parte degli agenti responsabili della sicurezza dello Stato.

La crisi politica continua a peggiorare dopo anni di ingovernabilità in un Paese che ha avuto sei presidenti in quattro anni. La presidente Boluarte, tuttavia, non ha mostrato alcuna intenzione di dimettersi.

Nel caso in cui il Congresso approvi la proposta della presidente del Perù di cambiare la data delle elezioni, il primo turno si terrà a ottobre e il secondo a dicembre di quest’anno.

«Il primo turno dovrebbe essere la seconda domenica di ottobre e il secondo turno a dicembre», ha dichiarato la presidente Boluarte.

Nel corso dello svolgimento di questi dibattiti di natura politica, folle di manifestanti continuano ad affollare le strade. Ieri, lunedì 30 gennaio, il governo ha inviato 2.000 poliziotti nelle regioni di Ica, a sud di Lima, e Puno, nel sud del Paese, per cercare di riprendere il controllo delle strade, bloccate da diversi giorni.

«Negli ultimi quattro anni ci sono stati sei presidenti diversi. La vicenda dell’ex presidente Castillo non è stata un caso nella storia del Perù, ma la dimostrazione finale che si tratta di uno Stato fallito, senza alcun progetto nazionale», afferma César Hildebrandt, uno dei più importanti giornalisti e scrittori del Paese, riferisce ancora il quotidiano spagnolo.

Gianluigi Micelli
Studente della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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