venerdì, 19 Aprile 2024
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Iran: l’anniversario della rivoluzione tra tensioni interne e attacchi all’Occidente

Nel discorso alla piazza, il presidente Ebrahim Raisi ha lanciato pesanti accuse contro gli Stati Uniti ed ha difeso la gestione governativa delle proteste in corso nel Paese. Forte la risposta degli oppositori del regime

Le celebrazioni in ricordo dell’evento fondativo della Repubblica islamica sono state segnate dalle due parole del presidente Raisi. «Dico ai nemici: volete sentire la parola del popolo? Questo è il grande popolo dell’Iran», ha esordito il presidente Raisi, seguito da canti di «morte all’America» e «morte a Israele» da parte della folla, come riporta Al Jazeera.

Il presidente ha manifestato la propria sfiducia rispetto ai Paesi in disaccordo con la risposta dell’establishment iraniano alle proteste. Le tensioni sono iniziate nel mese di settembre dello scorso anno in seguito all’uccisione della 22enne Mahsa Amini. La morte della giovane, avvenuta sotto la custodia della Polizia Morale, ha funto da catalizzatore per il crescente dissenso popolare.

Riguardo alle rivendicazioni centrali delle rivolte Raisi ha affermato che la posizione dell’Iran è migliore rispetto a quella di Paesi come gli Stati Uniti, ai quali si rivolge direttamente dicendo «voi usate le donne come strumenti e le avete trasformate in merci», mentre «propagate la forma più vile di oscenità, cioè l’omosessualità».

L’atteggiamento dichiaratamente ostile della presidenza iraniana tocca anche altre questioni. Raisi infatti ritiene che i nemici del Paese non essendo stati in grado di fermare il suo progresso, si sono rivolti al «progetto del caos» – tattica messa in atto, a suo avviso, anche in Iraq e Afghanistan. Gli stessi responsabili avrebbero organizzato disordini anche durante le celebrazioni in corso.

Un’altra questione spinosa è quella del terrorismo dell’ISIS, il quale secondo il presidente sarebbe stato sostenuto e armato dall’Occidente, mentre l’Iran si sarebbe impegnato nel contrastarlo. Non manca infine il richiamo alla questione nucleare, quale fondamentale terreno di negoziazione. Raisi ribadisce che il suo Paese non dovrebbe essere denunciato per la detenzione di armi non convenzionali, a differenza dei suoi avversari.

Le solenni dichiarazioni alla folla in Piazza Azadi (libertà) sono state accompagnate da manifestazioni e cortei in numerose città iraniane, il cui significato è stato rafforzato dalla partecipazione di personalità politiche e militari di alto rango. La capitale è stata invece il teatro di esibizioni militari e mostre dei numerosi tipi di missili balistici in dotazione alla macchina bellica iraniana, insieme a veicoli blindati e droni.

L’opposizione, tuttavia, non ha mancato l’occasione per dar voce alla sua protesta. Durante il discorso di Raisi, il sito web di streaming della televisione di Stato è stato disturbato da un video in cui una donna mascherata invitava a nuove proteste e a prelevare denaro dalle banche secondo lo slogan «Morte alla Repubblica islamica».

All’estero personalità di rilievo in opposizione al regime vigente si sono riunite in una conferenza stampa congiunta a Washington DC, chiedendo il superamento delle divisioni intestine col fine di rovesciare l’attuale governo.

Irene Iannotta
Studentessa della Facoltà di Scienze della Politica e delle Dinamiche Psico-Sociali
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