venerdì, 29 Marzo 2024
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Zaporižžja: stato di massima allerta nella più grande centrale nucleare d’Europa

Il direttore generale della Agenzia internazionale per l'energia atomica ha espresso le sue preoccupazioni su un possibile disastro nucleare

Il 29 marzo Rafael Grossi, direttore generale della Agenzia internazionale per l’energia atomica, si è recato nella centrale nucleare di Zaporižžja per controllare lo stato di quest’ultima e cercare di trovare un quadro comune di protezione. Questo richiede un accordo tra Russia ed Ucraina, altrimenti potrebbero verificarsi conseguenze disastrose per tutti, tanto che Grossi ha dichiarato che una situazione del genere non ha avuto precedenti nella storia, esprimendo quindi la sua preoccupazione.

A Zaporižžja è presente la più grande centrale nucleare d’Europa, segnala il Guardian, e i suoi sei reattori sono stati spenti; due di essi, però, continuano a fornire una quantità limitata di energia per la sussistenza civile. Ciononostante, i lavoratori della centrale sottolineano come questa sia una situazione drammatica poiché vi è un continuo stato di tensione. Nella zona, infatti, sono schierati gli eserciti russi ed ucraini: i primi hanno cercato di attaccare la centrale, mentre la milizia ucraina sta già preparando una contro offensiva per i prossimi mesi. Come riportato dal New York Times, i leader militari ucraini non hanno specificato dove si terranno i prossimi attacchi, ma presumibilmente nella regione del Donbass con il sostegno militare statunitense e degli altri alleati.

Grossi ha sottolineato la necessità di controllare la centrale nucleare, poiché altrimenti ci sarebbe un alto rischio di un incidente nucleare che non salverà nessuno, ucraini o russi. Per questo motivo, il direttore sta cercando di non attribuire responsabilità a nessuna delle due parti per evitare una possibile escalation. Ha dichiarato infatti: «(…) È una negoziazione complicata. Per questo motivo stiamo cercando di evitare di attribuire colpe a qualcuno, perché sarebbe una storia senza fine. Ciò di cui abbiamo bisogno è un accordo, un solido impegno politico, al contrario di ciò che sta succedendo». Il direttore, inoltre, ha aggiunto che sia scontato come l’attività militare stia crescendo sempre di più nel territorio circostante, ma «questa è una centrale nucleare. Non è una base militare. Non dovrà mai essere una base militare».

Alessia Bianconi
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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