giovedì, 25 Aprile 2024
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Spagna: incendi anomali a causa del cambiamento climatico

Si alzano le fiamme a Castellón e Teruel, la stagione degli incendi rischia di allungarsi entro la fine del secolo

Pochi giorni fa un incendio anomalo è divampato nelle città di Castellón e Teruel, bruciando circa 4.300 ettari di terreno e costringendo oltre mille residenti allo sfollamento. Questo è solo uno dei molteplici episodi che, in piena primavera, sta causano diversi disagi sul suolo spagnolo. Gli studiosi confermano, ancora una volta, che una delle cause principali è da attribuire al cambiamento climatico.

Fernando Valladares, ricercatore presso il Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) e direttore del gruppo Ecología y Cambio Global del Museo Nazionale di Scienze Naturali, ha affermato che il riscaldamento globale “non causa gli incendi, ma è uno dei quattro o cinque fattori chiave” che li provocano. Tra questi, rientrano le temperature più elevate, la velocità del vento, la mancanza di precipitazioni nelle zone aride e l’accumulo di combustibile secco.

A tal proposito, i ricercatori hanno constatato che alla base dell’incendio verificatosi a Castellón e Teruel c’è, tra gli altri fattori, un aumento della siccità e un deficit idrico particolarmente intenso, risultato di un 2022 molto secco e caldo. Valladares ha spiegato, infatti, che nonostante la foresta risulti attualmente molto verde, il sottosuolo presenta solo un sottile strato umido, che porta alla crescita di una vegetazione più secca e quindi più propensa a prendere fuoco, a causa anche delle temperature relativamente più estive.

Víctor Resco de Dios, professore di Ingegneria Forestale all’Università di Lleida, ha dichiarato a RTVE.es che la stagione degli incendi si sta allungando in media di uno o due giorni ogni anno e che entro la fine del secolo sarà più lunga di tre mesi. Se attualmente il periodo interessato è quello compreso tra giugno e settembre, in futuro si estenderà da marzo a novembre. Inoltre, Resco de Dios aggiunge: “Dobbiamo aspettarci che queste anomalie, gli incendi fuori stagione, diventino sempre più frequenti con l’aggravarsi dei cambiamenti climatici”.

Per contrastare questo fenomeno che oggi risulta ancora anomalo ma che fra qualche anno non sarà più così strano, Valladares concorda sulla necessità di una gestione forestale che prevede lo smaltimento dei rifiuti agricoli non tramite combustione, bensì sminuzzandoli e restituendoli al terreno o spostandoli altrove. Questo perché se bruciati, i rifiuti potrebbero generare emissioni nocive per la salute della popolazione e delle aree circostanti, mentre se depositati nuovamente sul suolo di provenienza, permetterebbero alle foreste di rigenerarsi e mantenere la diversità delle specie.

Alessia Iermano
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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