lunedì, 29 Aprile 2024
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Gaza: gli ospedali trattano solo le situazioni di emergenza perché manca il carburante

Rushdi Abu Alouf, produttore e reporter della BBC che si era recato presso l’ospedale principale di Khan Younis, nella città meridionale di Gaza, ha segnalato che mercoledì 25 ottobre gli ospedali del territorio hanno chiuso tutte le unità tranne il pronto soccorso. Secondo quanto riferisce alla BBC, questa decisione sarebbe stata presa per conservare il carburante necessario a far funzionare le attrezzature vitali come ventilatori, incubatrici neonatali e macchine per la dialisi renale.

Mohammed Abu Selmeya, responsabile del più grande ospedale di Gaza, Al-Shifa, ha riferito all’agenzia di stampa AFP  che “gli ospedali riversano in uno stato di completo collasso”. Il dottor Richard Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha precedentemente dichiarato alla rete che gli ospedali supportati dall’agenzia delle Nazioni Unite stavano utilizzando i generatori “a livelli minimi esclusivamente per le operazioni salvavita”.

Israele ha sospeso la fornitura di energia elettrica a Gaza in seguito agli attacchi da parte di Hamas. Di conseguenza, il territorio è ora dipendente dai generatori di riserva, dato che la sua unica centrale elettrica ha esaurito il carburante il 11 ottobre.

Secondo avvertimenti provenienti da agenzie umanitarie e operatori medici attivi a Gaza, un numero crescente di individui potrebbe perdere la vita se le attrezzature essenziali rimarranno inattive a causa della mancanza di elettricità.

L’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, l’UNRWA, responsabile di una vasta operazione umanitaria a Gaza, ha dichiarato che sarà costretta a sospendere tutte le proprie operazioni entro mercoledì sera se non riceverà ulteriori rifornimenti di carburante.

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver preso di mira i combattenti e le infrastrutture di Hamas. In risposta all’assalto transfrontaliero senza precedenti dell’7 ottobre, in cui almeno 1.400 persone sono state uccise e altre 222 sono state prese in ostaggio, è stata avviata una campagna di bombardamenti contro Hamas, che Israele, Regno Unito, Stati Uniti e altri paesi classificano come organizzazione terroristica. Israele sta attualmente bloccando nuove forniture di carburante a Gaza, temendo che possano essere sfruttate da Hamas per scopi militari. Inoltre, accusa Hamas di aver accumulato centinaia di migliaia di litri di gasolio e di rifiutarsi di condividerli. Gli appelli internazionali per un maggiore accesso umanitario a Gaza si sono intensificati, poiché 1,4 milioni di persone fuggite dalle proprie case lottano per trovare cibo, acqua pulita e riparo.

Dall’inizio del fine settimana, almeno 60 camion di aiuti sono stati consegnati a Gaza dall’Egitto. Tuttavia, questo apporto soddisfa solo una piccola parte dei bisogni della popolazione locale. Secondo le agenzie umanitarie, sarebbero necessari almeno 100 camion di aiuti al giorno per far fronte alla crisi. Nel frattempo, il bilancio delle vittime a Gaza è drammaticamente aumentato, con il ministero della Sanità gestito da Hamas che ha segnalato la morte di 756 persone nelle ultime 24 ore. In totale, 6.547 persone, di cui 2.704 bambini, sono state uccise da quando Israele ha iniziato i suoi attacchi aerei e di artiglieria di rappresaglia. L’esercito israeliano ha reso noto mercoledì mattina che continua a condurre “vaste operazioni” in tutta Gaza, mirando alle infrastrutture di Hamas, tra cui “tunnel del terrore, quartier generali militari, depositi di armi, lanciatori di mortai e lanciamissili anticarro”.

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