Dopo tante peripezie è finalmente arrivato l’accordo definitivo sulle terre rare tra Ucraina e Stati Uniti.
Il Segretario del Tesoro Bennet lo ha definito una testimonianza dell’impegno dell’amministrazione Trump «per un processo di pace basato sulla libertà, la sovranità e la prosperità a lungo termine per l’Ucraina».
L’accordo, che doveva inizialmente siglarsi a febbraio, ma che è successivamente risultato un buco nell’acqua dopo l’incontro-scontro tra il Presidente ucraino e il tycoon alla Casa Bianca, prevede un fondo di investimento congiunto per la ricostruzione dell’Ucraina, martoriata da tre anni di guerra, e l’accesso di Washington alle terre rare. La Ministra dell’Economia ucraina Svyrydenko ha affermato, come riportato da Al Jazeera, che «gli USA contribuiranno direttamente al fondo o attraverso aiuti militari futuri (non è inclusa l’assistenza precedente), mentre Kyiv farà la sua parte con il 50% dei ricavi provenienti dallo sfruttamento delle risorse naturali».
Tutte le risorse del Fondo saranno investite esclusivamente in Ucraina per i primi 10 anni, ed entrambe le parti avranno la stessa percentuale di potere decisionale. Passati i 10 anni, i profitti potrebbero essere distribuiti tra i partner. Inoltre, il Primo Ministro ucraino Shmyhal ha assicurato che «l’accordo lascerà il pieno controllo a Kyiv sul sottosuolo, le infrastrutture e le risorse naturali, senza intralciare il percorso per l’integrazione europea del paese».
Non è tuttavia ancora chiaro se il patto preveda anche delle sicurezze di garanzia per l’Ucraina, ma al Jazeera riporta le dichiarazioni fatte dall’amministrazione Trump, secondo cui il rafforzamento degli interessi economici degli USA nel paese aggredito potranno scoraggiare la Russia da future aggressioni in caso di un cessate il fuoco.
La speranza di un chiarimento tra i due leader è arrivata in realtà il 27 aprile, giorno del funerale di Papa Francesco, poco prima del quale si è rapidamente diffusa la foto di Trump e Zelensky che conversavano seduti uno di fronte all’altro dentro la Basilica di San Pietro. L’immagine, che in pochi minuti ha fatto il giro del mondo, ha lasciato tutti col fiato sospeso e un grande interrogativo sull’imminente futuro dell’Ucraina, scossa negli ultimi giorni da attacchi sempre più violenti da parte di Mosca. Il New York Post riporta le rivelazioni di Trump sulla breve riunione tra i due: «gli ho detto che sarebbe una cosa molto buona che, se si arrivasse a un accordo, lo firmasse, perché la Russia è molto più grande e molto più forte».
Inoltre, il tycoon ha espresso la necessità di un cambiamento di approccio degli USA verso la Russia, definendo immotivati gli ultimi attacchi missilistici di Putin contro aree civili, città e villaggi: «Mi fa pensare che forse non vuole fermare la guerra, mi sta solo prendendo in giro, e che debba essere trattato in maniera differente, attraverso sanzioni bancarie o secondarie?» conclude in tono interrogativo.
La partita rimane dunque aperta e il mondo resta a guardare, mentre le prossime pagine di storia attendono di essere scritte.