Nel cuore di Madrid, tra gli echi dei discorsi e le bandiere blu con le stelle d’oro al vento, migliaia di persone si sono riunite l’11 maggio in Plaza de Callao per un’unica, chiara richiesta: difendere il progetto europeo. In un clima elettorale sempre più teso e segnato dall’avanzata di movimenti euroscettici e autoritari, la società civile spagnola ha voluto lanciare un segnale forte, ribadendo la centralità dell’Unione Europea come spazio di libertà, diritti e convivenza democratica.
Secondo quanto riferito da El País, promotori della manifestazione sono stati esponenti del mondo accademico, culturale e associativo, sostenuti da oltre cinquanta organizzazioni. Tra le presenze più significative figurano la scrittrice Elvira Lindo, i giornalisti Andrea Rizzi e Carlos Franganillo, e l’eurodeputata María Eugenia Rodríguez Palop. Sul palco si sono alternati interventi lucidi e appassionati, tutti accomunati da una stessa preoccupazione: il rischio concreto che l’Europa perda la sua anima democratica se non sarà difesa con decisione da chi ci crede.
Il motto dell’evento – «È il momento di scendere in piazza e difendere con coraggio l’Europa e il suo modello» – è risuonato come un appello all’impegno civico in un momento di profonda incertezza politica. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alle minacce che si profilano sia all’interno dei confini europei, con la crescita dei partiti di estrema destra, sia all’esterno, con il ritorno alla presidenza statunitense di Donald Trump e le tensioni alimentate dalla guerra in Ucraina.
Come riporta ancora El País, la manifestazione si inserisce in un ciclo di mobilitazioni europeiste che ha già coinvolto altre città del continente, come Roma, dove 50.000 persone si sono riunite nelle settimane scorse per difendere l’integrazione europea. L’iniziativa di Madrid rappresenta dunque una risposta spagnola all’appello europeo per un’Unione più forte, più unita, ma soprattutto più consapevole del valore politico e sociale del suo progetto.
Il giorno scelto per la manifestazione non è casuale: solo due giorni dopo la Giornata dell’Europa, il corteo ha voluto ribadire che l’eredità di pace e cooperazione costruita dal dopoguerra ad oggi non può essere data per scontata. «Quello europeo è stato il processo di integrazione più riuscito della storia – ha dichiarato uno degli organizzatori – ma oggi più che mai richiede il contributo attivo dei cittadini per non soccombere».
In un tempo in cui l’euroscetticismo diventa strumento elettorale e la disinformazione mina le basi del dibattito democratico, la piazza madrilena ha mostrato un altro volto dell’Europa: quello di chi non si rassegna e crede ancora nella forza del progetto comunitario. Una voce, quella della società civile, che chiede di essere ascoltata.