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Samsung e Micron: problemi di produzione chip di memoria negli stabilimenti di Xi’an

Giovedì 23 dicembre, a seguito dell’aumento dei casi da Covid-19, il governo cinese ha messo in lockdown la città di Xi’an: Samsung e Micron hanno avvertito che hanno modificato la produzione di chip di memoria al fine di allinearla con la nuova normativa

Mercoledì 30 dicembre, Samsung Electronics e Micron Technology hanno pubblicato una dichiarazione, sui rispettivi siti ufficiali, in cui affermano che hanno dovuto modificare temporaneamente le operazioni di produzione di chip di memoria nei loro stabilimenti nella città di Xi’an, nella parte nord-occidentale della Cina.

Questa decisione è stata presa in quanto la città sta attualmente vivendo uno dei peggiori focolai a livello nazionale, superando, a livello di gravità, Wuhan, che, nei primi mesi del 2020, era l’epicentro della pandemia. Le autorità, infatti, hanno reagito adottando misure radicali con un’intensità e su una scala raramente vista: hanno sigillato all’interno della città tutti i 13 milioni di residenti ed hanno chiuso scuole, locali pubblici e trasporti.

Il blocco della città mette ulteriore pressione sulle catene di approvvigionamento globali e si aggiunge alla crisi che sta limitando la fornitura di diversi apparecchi elettronici, dagli iPhone alle auto nuove. Questo, infatti, è stato un anno tortuoso sia per gli esportatori che hanno affrontato costi di trasporto sempre più elevati; sia per gli acquirenti che hanno visto salire alle stelle i prezzi delle materie prime, compresi quelli dei semiconduttori.

Samsung Electronics ha dichiarato che l’azienda vuole solo «temporaneamente regolare le operazioni» in Xi’an: ha aggiunto che la protezione dei suoi lavoratori, in città, rimane la sua «priorità assoluta» e che prevede di adottare «tutte le misure necessarie, compreso l’utilizzo della nostra rete di produzione globale, per garantire che i nostri clienti non siano interessati».

Due chip GDDR3 su una GeForce 7600 GT. Fonte Wikimedia Commons.

Lo stabilimento del colosso sudcoreano a Xi’an è uno dei più grandi progetti stranieri in Cina: Samsung, infatti, ha investito più di 10 miliardi di dollari ed impiega più di 3.300 persone nello stabilimento. Secondo il Korea Economic Daily, la produzione in città rappresenta oltre il 40% della produzione globale totale di chip di memoria flash NAND di Samsung – è un prodotto che viene utilizzato per l’archiviazione dei dati in data center, smartphone e altri gadget tecnologici.

TrendForce, uno dei più importanti fornitore di analisi commerciali a livello globale, ha affermato che, per ora, lo stabilimento Samsung di Xian sta producendo senza interruzioni significative e che la fornitura di materie prime sembra sufficiente – il livello di inventario relativamente elevato di Samsung- ma, in un futuro, ci potrebbe essere un leggero calo della produzione se la pandemia non viene controllata.

Per quanto riguarda la dichiarazione del colosso americano per la produzione di chip, Micron ha affermato che il blocco di Xi’an potrebbe avere un impatto sulla produzione dei suoi chip di memoria DRAM -vengono utilizzati nei computer- in quanto l’azienda ha dovuto ridurre la sua forza lavoro in loco.

Micron ha aggiunto che sta sfruttando la sua «catena di fornitura globale, compresi i nostri partner subappaltatori», per soddisfare la domanda dei clienti, ma ha avvertito che «ci possono essere alcuni ritardi a breve termine come attiviamo la nostra rete». Ha sottolineato, inoltre, che la sicurezza della sua squadra in città è la sua «priorità assoluta» e sta adottando misure che vanno dalla distanza fisica ai test in loco, al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione del virus.

Laura Ponte
Studentessa della Facoltà di Investigazione, Criminalità e Sicurezza internazionale
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