domenica, 24 Novembre 2024
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OMS: la diminuzione di Omicron renderebbe “possibile” la fine della pandemia

Il responsabile europeo dell’OMS, Hans Kluge, ritiene plausibile l’eventualità che l’Europa sia vicina alla fine della pandemia. Ma bisogna continuare ad essere prudenti, data la poliedricità del virus

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente comunicato che la variante Omicron del Coronavirus ha dato il via ad una nuova fase della pandemia in Europa e potrebbe eventualmente accelerarne la fine. Secondo le stime, prima di marzo 2022 saranno circa il 60% gli europei contagiati.

«Quando l’ondata di Omicron diminuirà, ci sarà un’immunità generale per qualche settimana o qualche mese, per il vaccino o magari perché le persone saranno immuni in seguito all’infezione», ha osservato Hans Kluge, direttore regionale europeo dell’Organizzazione. Tuttavia, l’OMS ci tiene a precisare che non bisogna abbassare la guardia, ed è necessario mantenere la stessa prudenza avuta fino ad ora.

Il giorno dopo le dichiarazioni di Kluge, Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale della OMS, ha specificato che il Covid-19 non sparirà a breve e che il mondo dovrà continuare a conviverci. «Dobbiamo imparare a gestirlo con le modalità sostenute ed integrate di lotta contro le malattie respiratorie acute», ha sottolineato durante la 150 sessione del Consiglio Esecutivo della OMS. «Imparare a convivere con il Covid non significa dargli totale libertà; non possiamo accettare le 50.000 morti settimanali di adesso per una malattia prevedibile e trattabile».

Vista dall’alto del peplomero della variante Omicron. Fonte: Wikimedia Commons.

A detta sua, infatti, è pericoloso affermare che la Omicron sarà l’ultima variante che avremo, perché nel mondo esistono molte condizioni “ideali” per lo sviluppo di ulteriori varianti, persino più trasmissibili e virali. Questo si evince soprattutto dal record di contagi che si è registrato lo scorso 20 gennaio, con le cifre più alte in più di due anni di pandemia (quasi quattro milioni di positivi globali in un solo giorno).

Di questi, stando alle statistiche della OMS, 1.6 milioni di casi sarebbero stati registrati solamente in Europa, ma, nonostante ciò, alcuni paesi hanno iniziato ad allentare le restrizioni imposte durante il periodo natalizio. Una decisione dovuta al fatto che in diversi Stati l’incidenza è diminuita, specialmente per quanto riguarda le ospedalizzazioni (grazie all’efficacia dei vaccini).

Dati rilevanti, che conducono pertanto ad un cambiamento di strategia. Come in Spagna, ad esempio, dove il Centro Nazionale di Epidemiologia sta mettendo a punto un piano pilota volto a monitorare il Covid come fosse un’influenza. Si procede quindi verso una possibile fine del Coronavirus in quanto emergenza sanitaria mondiale (lo stato di allerta più elevato dichiarabile dalla OMS), che metterebbe fine alla fase più acuta del virus e darebbe il via al processo di coesistenza con esso.

Valeria Coppola
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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