Lo scorso martedì 10 maggio si è tenuta la prima semifinale, in cui si sono qualificati come finalisti del primo turno Lituania, Svizzera, Ucraina, Paesi Bassi, Moldavia, Portogallo, Islanda, Grecia, Norvegia, Armenia e i Big Five, ovvero Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.
Giovedì 12 invece si è tenuta la seconda semifinale, in cui ai paesi sopra citati si sono aggiunti gli ultimi finalisti: Belgio, Repubblica Ceca, Azerbaigian, Polonia, Finlandia, Estonia, Australia, Svezia, Romania e Serbia.
Il contest quest’anno si svolge nel pieno della crisi russo-ucraina e nonostante le tensioni suscitate a febbraio dall’esclusione ufficiale della Russia, l’Eurovision non ha fallito nel tenere incollati allo schermo milioni di telespettatori in tutto il mondo, assicurandosi anche il pieno coinvolgimento (social media compresi) del pubblico dal vivo.
A dispetto del nome, l’Eurovision vede da anni la partecipazione di concorrenti di Stati non soltanto europei, e forse è proprio la capacità di riuscire ad unire culture e popoli diversi il punto di forza di questa competizione, come affermato da Laura Pausini durante la serata di apertura: «Abbiamo bisogno più che mai di arte. La musica ha il potere di unire le persone».
Sebbene attualmente l’Ucraina sia tra i favoriti per la vittoria, la partita è ancora aperta, e non si può far altro che attendere la finale di sabato per saperne di più, serata in cui si sfideranno i 25 paesi ancora in gara e verrà finalmente decretata la canzone vincitrice di questa 66° edizione del contest musicale europeo più amato dal pubblico.