venerdì, 26 Aprile 2024
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La reazione dell’Africa al conflitto in Ucraina

Sebbene alcuni paesi come il Kenya abbiano manifestato il proprio dissenso nei confronti dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia durante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, molti altri stati africani appoggiati dalla Russia negli scorsi anni potrebbero supportare o rimanere neutrali di fronte al conflitto

Sono passati pochi giorni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina e sono stati molti gli stati del mondo a condannare le azioni del presidente Putin. Tra questi, anche il Kenya e il Sud Africa, che hanno invitato al ritiro delle truppe russe dall’Ucraina. L’Unione Africana ha espresso preoccupazione per i fatti che stanno avvenendo; tuttavia, si dimostra laconica sul criticare direttamente le azioni di Mosca. Questo perché dopo il 2014 e l’annessione della Crimea alla Russia i rapporti tra questa e le potenze occidentali hanno iniziato a deteriorarsi, soprattutto in seguito alle sanzioni imposte. Per questo motivo, la Russia è andata alla ricerca di nuovi alleati che ha trovato nel continente africano. In particolare, si è resa disponibile militarmente in paesi come la Libia, il Mali, il Sudan e la Repubblica Centrafricana per contrastare i ribelli e i militanti jihadisti.

Tra gli esempi che riconducono all’alleanza militare tra alcuni paesi africani e la Russia rientra la fine del coinvolgimento della Francia nel contrastare i jihadisti presenti in Mali. Secondo quanto riporta la BBC, infatti, il Primo Ministro del Mali Choguel Maiga ha confermato, in un’intervista a France 24, la creazione di accordi sulla cooperazione militare con la Russia. Tuttavia, ha negato la presenza del Gruppo Wagner, l’organizzazione militare privata russa.

L’aiuto che Mosca ha esteso in Mali e anche in Burkina Faso rappresenta gli sforzi compiuti dalla Russia nell’intensificare la propria influenza sull’Africa. Ciò ha raggiunto la sua ufficialità nel forum del 2019 che si è tenuto nella città russa di Sochi, cui hanno preso parte molti delegati africani provenienti da 50 paesi diversi, tra cui rientrano anche 43 capi di stato.

L’ingerenza russa si è inoltre manifestata con la fornitura di armamenti, di addestramenti e di servizi di intelligence, oltre che con l’intervento di mercenari russi nei conflitti locali.

Secondo quanto indicato dal presidente Putin, i legami con l’Africa risalgono a ben prima del XXI secolo: l’Africa è sempre stata oggetto di contesa da parte degli USA e dell’URSS durante la guerra fredda, ma in seguito alla disgregazione dell’Unione Sovietica nel 1991 le relazioni con l’Africa non sono più rientrate tra le priorità dell’agenda politica russa. Successivamente, per il presidente Putin è diventato necessario riacquisire lo status di superpotenza e così i rapporti con l’Africa sono ripresi.

Dopo le sanzioni del 2014, Mosca ha avuto la necessità di espandersi economicamente verso altri paesi e ad oggi esporta circa la metà di tutte le armi presenti in Africa; gli importatori principali sono Algeria, Egitto, Nigeria, Tanzania e Cameroon.

Gli sforzi che la Russia ha compiuto in questi ultimi anni nel costruire legami diplomatici ed economici con i paesi africani potrebbero essere quindi ripagati attraverso la neutralità di questi ultimi.

Megan Manduca
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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