giovedì, 21 Novembre 2024
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Trump sostiene che l’innalzamento del livello del mare significa più proprietà sulla spiaggia

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ribadisce la sua posizione negazionista nei confronti del cambiamento climatico, anche se molti stati USA si trovano in gravi difficoltà

Durante il raduno “Save America” tenuto dal Partito Repubblicano in Alaska, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affrontato i temi del riscaldamento globale e dell’aumento del livello dei mari, confermando ancora una volta il suo approccio negazionista nei confronti del cambiamento climatico.

«Non potete preoccuparvi del riscaldamento globale. Abbiamo problemi più gravi di questo. Avremo un po’ più di case sulla spiaggia: non è la cosa peggiore del mondo».

Durante la sua carriera politica l’ex presidente degli Stati Uniti si sempre mostrato scettico riguardo il cambiamento climatico e gli accordi sul clima, contrastando molte iniziative intraprese da Obama. Il radicale negazionismo di Trump ha portato alla divisione tra progressisti e conservatori sulla questione, che negli Stati Uniti è più pronunciato che in altri paesi del mondo.

Secondo alcune ricerche del governo statunitense la media del ghiaccio marino artico è diminuita di circa il 4% ogni decennio. Il rapido scioglimento dei ghiacciai che definiscono il paesaggio nordico è in corso, l’innalzamento del livello del mare non è più una minaccia futura.

Secondo gli scienziati la gravità dell’innalzamento del livello del mare dipenderà da come i Paesi affronteranno le emissioni di carbonio, in continuo aumento. Nell’ultimo secolo i mari si sono innalzati di 15-20 cm, con un’accelerazione importante negli ultimi due decenni. Oltre il 90% del calore in eccesso nell’atmosfera viene assorbito dall’oceano. Secondo il NOAA (National and Oceanic Atmospheric Administration) la situazione peggiorerà negli Stati Uniti: le inondazioni peggioreranno, ci sarà un aumento delle maree e delle mareggiate.

Il NOAA ha, inoltre, pubblicato proiezioni future: il cosiddetto scenario “Doomsday”, scenario improbabile ma che vedrebbe un innalzamento del livello del mare negli Stati Uniti di 10-12 metri entro la fine del secolo, lasciando sott’acqua ampie zone della Florida meridionale, tra cui Miami.

L’Alaska sta già subendo cambiamenti significati, causati dalla crisi climatica, il riscaldamento viaggia al doppio della velocità rispetto al resto del paese: le stagioni degli incendi sono diventate più intense e imprevedibili, secondo quanto riportato dall’Alaska Interagency Coordination Center.

La situazione si sta aggravando anche per le comunità indigene: hanno perso le loro case, che sono sprofondate nell’oceano.

La Florida è in cima alla lista dell’innalzamento del livello del mare negli Stati Uniti. Si prevede che il livello medio del mare lungo la costa degli Stati Uniti aumenterà di 25-30 cm nei prossimi 30 anni, secondo un aggiornamento del 2022 del NOAA. In Florida si verificano esondazioni dai tombini e allagamenti delle strade e delle infrastrutture durante l’alta marea.

Questo provocherà gravi problemi per la Florida meridionale dove Trump vive nella tenuta di Mar-a-Lago. Il repubblicano ha acquistato la villa nel 1985 e ha speso milioni in ristrutturazioni. La tenuta si trova su un’isola di Palm Beach circondata dall’acqua.

La Florida sta investendo miliardi nei preparativi a breve termine. Il governatore repubblicano Ron DeSantis, un potenziale rivale di Trump per il 2024, ha annunciato il programma “Resilient Florida”, investirà 1 miliardo di dollari in sovvenzioni per aiutare le autorità locali ad adattarsi ai rischi climatici.

Giulia Rossi
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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