venerdì, 29 Marzo 2024
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Crisi energetica: Serbia e Ungheria pronte alla costruzione di un oleodotto “alternativo”

Con le crescenti restrizioni, i due paesi cercano una soluzione per ottenere il greggio russo con meno ostacoli

Come riportato da Reuters, il presidente serbo Vučić ed il premier ungherese Orbán hanno concordato la costruzione di un nuovo oleodotto in Ungheria che si allaccerà ai condotti del Druzhba, oleodotto russo che da anni rifornisce Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.           

L’Ungheria di Viktor Orbán è stata fin ora il paese membro dell’Unione Europea più scettico in tema di sanzioni contro Mosca, sollevando spesso dei dubbi sulla loro efficacia, tanto da arrivare a parlare addirittura di un referendum che porti il popolo ungherese a decidere se applicarle o meno. Dal canto suo la Serbia, anch’essa interessata ad entrare nell’Unione, ha sempre rifiutato di supportare qualsiasi tipo di sanzioni mantenendo invece molto attivi i rapporti con Mosca. Nessuno dei due paesi è pronto a rinunciare alle risorse energetiche fornite a buon mercato dalla Russia.

Il piano sul tavolo dei due paesi è quello di costruire una nova infrastruttura per far arrivare gli idrocarburi dagli Urali direttamente in Serbia attraverso l’Ungheria, bypassando quindi l’oleodotto usato in territorio croato, che a detta del governo di Belgrado sarà presto difficilmente utilizzabile a causa delle sanzioni sempre più severe applicate nei confronti del Cremlino.

Il tutto sarà facilitato dalle temporanee esenzioni all’embargo Ue sul petrolio russo concesse al governo di Budapest, che negli ultimi anni ha rafforzato i contatti con la Russia soprattutto nel settore energetico, rendendo il paese largamente dipendente dalle risorse russe.

Secondo quanto citato da EuropaToday.it, il governo serbo avrebbe già pensato ad un piano da 12 miliardi di euro da investire per la connessione infrastrutturale all’Ungheria; un’altra parte dei fondi sarà invece utilizzata per il rinnovamento delle infrastrutture energetiche esistenti. Tali progetti verranno sicuramente supervisionati dalla NIS, l’unica compagnia petrolifera serba, di cui più di metà delle quote sono detenute dal gruppo Gazprom.

Oleodotto. Fonte: Piaxabay.
Alessio Tibaldi
Studente di marketing per le relazioni internazionali
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