venerdì, 26 Aprile 2024
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Premio Sakharov, Julian Assange fra i finalisti

Il noto giornalista australiano è uno dei tre candidati al massimo premio europeo per la libertà di espressione

Il premio Sakharov, pensato per premiare gli sforzi di organizzazioni o individui che si sono impegnati nella difesa dei diritti dell’uomo, potrebbe essere consegnato al fondatore di Wikileaks, detenuto dal 2019 in Gran Bretagna e a rischio di estradizione negli Stati Uniti dove rischierebbe di finire i suoi giorni in prigione.

Il giornalista, attivista ed informatico è diventato famoso nel 2010 dopo aver rivelato una serie di crimini di guerra americani compiuti in Afghanistan, di cui le prove furono pubblicate sul sito Wikileaks, che già da anni si occupava di pubblicare informazioni riservate su presunti crimini e abusi di potere da parte di governi e singoli capi di stato in tutto il mondo. Negli Stati Uniti su Assange pendono diversi capi di accusa, fra cui quella di spionaggio, che potrebbe risultare in una condanna a più di 100 anni di carcere.

La proposta di nominare Assange è partita dal movimento 5 stelle, che senza alcun appoggio da parte di altri partiti politici è riuscito a raccogliere 40 preferenze trasversali in tutto il parlamento europeo, garantendo così al candidato di apparire nella lista dei tre finalisti che includono anche il popolo ucraino (rappresentato dal presidente Zelensky) e la commissione Verità in Colombia.

La conferenza dei presidenti del Parlamento europeo deciderà il nome del vincitore verso la fine di ottobre ed è altamente probabile che la scelta ricada sul presidente Zelensky.

Come riportato da  europatoday.it, il premio verrà conferito il 14 dicembre, e l’auspicio dell’eurodeputata Sabrina Pignedoli, che ha proposto il nome di Assange per il premio, è quello di vedere il fondatore di Wikileaks da uomo libero in parlamento quando verrà annunciato il vincitore.

La presenza del padre di Wikileaks alle finali della selezione è già di per sé una vittoria per la sua famiglia e i suoi sostenitori poiché, nonostante si tratti di una vicenda di più di 10 anni fa, è ancora molto sentita a livello internazionale e attorno ad essa si sono concentrati molti dibattiti e proteste a favore della libertà di espressione.

Alessio Tibaldi
Studente di marketing per le relazioni internazionali
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