giovedì, 21 Novembre 2024
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Lega Araba ad Algeri: l’unità araba contro le crisi in Africa e Medio Oriente

L’1 e il 2 novembre si è tenuto il summit della Lega Araba nella capitale algerina allo scopo di trovare soluzioni comuni alle sfide del mondo arabo

L’1 e il 2 novembre si sono incontrati ad Algeri re, presidenti, emiri, primi ministri e alti rappresentanti internazionali in occasione del 31esimo summit della Lega Araba. Obiettivo dichiarato è stato quello di far fronte comune contro le antiche e nuove crisi in Africa e Medio Oriente.

La riunione della Lega Araba, organizzazione internazionale costituita da 22 Stati membri (la cui maggioranza della popolazione è di etnia araba), è avvenuta dopo 3 anni dalla precedente. Causa principale del rinvio del summit è stato lo scoppio della pandemia di COVID-19 che ha ridotto gli spostamenti non necessari. Per questo motivo, l’attuale incontro ad Algeri si è caricato di aspettative e di entusiasmo.

Gli unici due Stati assenti alla riunione sono stati l’Arabia Saudita a causa dei problemi di salute del principe ereditario Mohammed bin Salman, e la Siria di Bashar al-Assad, per la situazione di crisi interna al Paese.

All’apertura della conferenza è intervenuto per primo il Presidente algerino Tebboune che ha insistito sull’importanza di ideare un’azione araba collettiva per fronteggiare le sfide contemporanee del mondo arabo.

Tra queste spicca la crisi alimentare ed energetica in alcuni Stati arabi, soprattutto Egitto, Libano e Tunisia, sorta a seguito dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Il blocco del passaggio di grano e carburante attraverso il Mar Nero ha determinato una diminuzione delle importazioni di questi beni nella regione, il che a sua volta ha provocato crisi economica (con aumento dei prezzi e inflazione) e forti tensioni sociali.

Una situazione altrettanto drammatica a causa della carenza di derrate alimentari si riscontra in Siria, dove sono stati rilevati casi di colera, in Yemen, in cui i 2/3 della popolazione necessitano dell’assistenza umanitaria e in Somalia, oggetto di una siccità senza precedenti.

Un’azione diplomatica congiunta degli Stati arabi, insieme alla neutralità di fronte alla guerra russo-ucraina, permetterebbe di risolvere il problema alimentare e di acquisire legittimità sul piano politico. Legittimità che passa anche attraverso la risoluzione dei conflitti e la stabilità nei principali archi di crisi del mondo arabo: Yemen e Siria in guerra civile, la Somalia per la presenza jihadista sul territorio, il Libano per la crisi finanziaria ed istituzionale, la Libia per la minaccia securitaria e, infine, le frizioni diplomatiche in Maghreb.

Un altro punto all’ordine del giorno, come riporta France24, è stato quello della questione israelo-palestinese che il Presidente algerino ha definito «la madre di tutte le questioni». Nonostante alcuni Stati arabi abbiano ormai normalizzato le relazioni con Israele, l’Algeria ha riaffermato l’importanza di supportare la causa palestinese e la formazione di uno Stato indipendente. Traguardo al momento impossibile a causa dei «metodi coercitivi di occupazione israeliana».

Nonostante le dichiarazioni di principio, in merito anche alla crisi climatica che attanaglia la regione, non sono però stati proposti meccanismi o iniziative volte a realizzare progetti risolutivi.

Sara Oldani
Studentessa di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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