venerdì, 19 Aprile 2024
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Israele: continuano le proteste contro la riforma giudiziaria

Il Sindacato dei lavoratori israeliani ha annunciato uno sciopero generale e le università hanno dichiarato la cancellazione delle lezioni fino a nuovo avviso

Histadrut, la principale organizzazione sindacale di Israele, ha annunciato lunedì 27 marzo la coordinazione di uno sciopero di vasta portata per impedire l’attuazione della riforma giudiziaria del governo. All’iniziativa si uniranno i fornitori di servizi sanitari del Paese, secondo quando affermato dall’Ordine dei Medici.

L’annuncio è arrivato dopo che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha licenziato il Ministro della Difesa Yoav Gallant. Questi aveva lanciato un appello televisivo affinché il governo fermasse la revisione del sistema giudiziario. Inoltre, secondo quanto riportato da Reuters, Gallant aveva avvertito che la profonda spaccatura apertasi nella società israeliana stava influenzando le forze armate e minacciando la sicurezza nazionale.

La decisione di Netanyahu ha generato scontento tra la popolazione israeliana, che è scesa in piazza a protestare.

La revisione del sistema giudiziario darebbe all’esecutivo un maggiore controllo sulla nomina dei giudici della Corte Suprema e consentirebbe al governo di annullare le sentenze dei tribunali sulla base di una semplice maggioranza parlamentare.

Il governo afferma che la revisione è necessaria per tenere a freno i giudici attivisti e per stabilire un giusto equilibrio tra il governo eletto e la magistratura. Gli oppositori la considerano invece un indebolimento dei controlli e degli equilibri legali, ma anche una minaccia per la democrazia israeliana.

Durante una conferenza stampa il segretario generale dell’Histadrut, Arnon Bar-David, ha annunciato lo sciopero, dichiarando: «chiedo al Primo Ministro di fermare la riforma prima che sia troppo tardi».

«Abbiamo costruito il Paese insieme, abbiamo combattuto la pandemia, abbiamo lottato insieme a voi per salvare lo Stato di Israele, ma per cosa? Abbiamo la missione di fermare questa legge. Vinceremo e la fermeremo. Riporteremo lo Stato di Israele alla sanità mentale», ha detto Bar-David secondo quanto riportato dal The Jerusalem Post.

L’Histadrut ha voluto prendere le distanze dai vari partiti, definendo la protesta una questione apolitica.

Riferendosi al licenziamento di Gallant, Bar-David ha invitato Netanyahu a rinnegare la sua decisione. «Il licenziamento del Ministro della Difesa di ieri sera mi ha fatto accendere una luce rossa», ha detto. «Cosa siamo, una repubblica delle banane? Ieri sera sono state superate tutte le linee rosse e chiedo al Primo Ministro di riconsiderare il licenziamento del Ministro della Difesa».

Nel frattempo, l’Ordine dei Medici ha annunciato di voler bloccare anche il sistema sanitario e ha indetto «uno sciopero totale del sistema sanitario fino all’annuncio di un percorso negoziale chiaro e serio, sulla strada delle larghe intese. Non ci accontenteremo di fermare la legislazione senza contenuti più sostanziali che garantiscano la tutela dei diritti dei pazienti».

Lo sciopero coinvolgerà tutti gli ospedali pubblici e tutte le cliniche comunitarie. L’Ordine dei Medici gestirà una Commissione per le Eccezioni e consentirà trattamenti e servizi salvavita.

Irene Iannotta
Studentessa della Facoltà di Scienze della Politica e delle Dinamiche Psico-Sociali
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