Il 16 maggio scorso l’Unione Europea ha aperto un’indagine sugli effetti psicologici di Instagram e Facebook sui bambini. L’Unione sospetta infatti che le app possano causare dipendenza. Secondo quanto riporta il New York Times, i social networks potrebbero sfruttare le debolezze e l’inesperienza dei minori mettendone a rischio la salute mentale. Qualora questo fosse provato, Meta potrebbe ritrovarsi a pagare una multa che corrisponde al 6% delle sue entrate a livello globale, che nel 2023 ammontavano a 135 miliardi di dollari.
«Oggi diamo formalmente l’avvio ad un procedimento a carico di Meta» ha dichiarato il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton. «Non siamo convinti che abbia fatto abbastanza per conformarsi agli obblighi imposti dal DSA per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle piattaforme di Facebook e Instagram» ha aggiunto come riportato dal Guardian.
Secondo gli investigatori, Meta potrebbe implementare caratteristiche psicologicamente manipolative sui suoi prodotti, con l’intento di attirare l’attenzione dei bambini implementando algoritmi realizzati ad hoc. A tal proposito, Breton ha dichiarato: «Investigheremo in modo approfondito i potenziali effetti che creano dipendenza e gli effetti rabbit hole delle piattaforme. Investigheremo poi l’efficacia dei loro strumenti nel verificare l’età e il livello di privacy concesso ai minori nel funzionamento dei sistemi di raccomandazione. […] Non avremo riserve nel proteggere i nostri figli».
Lo stesso giorno Meta ha dichiarato che i suoi servizi sono sicuri per i giovani, sottolineando la presenza di diverse funzionalità che possono usare i genitori per monitorare e limitare le attività dei figli. «Vogliamo che i giovani vivano esperienze online sicure e adatte all’età, e abbiamo trascorso un decennio a sviluppare più di 50 strumenti e politiche progettate per proteggerli» ha dichiarato in una nota lo staff Meta. «Questa è una sfida che l’intero settore si trova ad affrontare e non vediamo l’ora di condividere i dettagli del nostro lavoro con la Commissione Europea».
Meta non è la sola sotto la lente d’ingrandimento del legislatore europeo. Tra i vari giganti del web ricordiamo per esempio TikTok, che avrebbe di proprio pugno sospeso alcune versioni della propria app, mentre X sta affrontando un’indagine relativa alla gestione e moderazione dei propri contenuti.