mercoledì, 26 Giugno 2024
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Delitto di Perugia: Amanda Knox condannata a 3 anni per diffamazione 

La 36enne statunitense è stata condannata dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze per calunnia nei confronti dell’ex datore di lavoro Patrick Lumumba

Amanda Knox è stata nuovamente condannata per aver accusato ingiustamente il proprietario del bar per cui lavorava part-time al momento dell’omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher, avvenuto nel 2007. La cittadina statunitense non dovrà scontare un’ulteriore pena, avendo già scontato 4 anni di reclusione nel carcere italiano per la condanna di omicidio poi annullata. Secondo quanto riportato dal Guardian, il difensore di Knox, Carlo Dalla Vedova, si è detto sorpreso dalla decisione della corte e non esclude la possibilità di presentare ricorso in Cassazione. 

Nonostante la corte di cassazione avesse assolto in via definitiva Amanda Knox e il suo compagno di allora Raffaele Sollecito nel 2015 per l’omicidio di Kercher, caso che ha visto Rudy Guede come unico responsabile, Knox è tornata nel tribunale di Firenze per cancellare l’ultima macchia legale sul suo nome, l’accusa di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Già all’epoca dei fatti, l’allora ventenne Knox aveva attribuito l’omicidio a Lumumba, il quale trascorse due settimane dietro alle sbarre prima di essere rilasciato grazie ad un alibi fornito da un cliente del bar di cui era proprietario, riporta la BBC. Knox ha dichiarato alla corte di essere stata costretta dalla polizia a coinvolgere Lumumba, in un interrogatorio dalla durata di 53 ore in assenza di avvocati e interpreti, in cui gli agenti si sarebbero resi responsabili di abusi fisici ai danni della sua persona. La Knox avrebbe dunque firmato una confessione in lingua italiana in cui implicava Lumumba nell’omicidio, salvo poi ritirare l’accusa dopo poche ore. 

La condanna per calunnia era già stata ritirata nel 2019 sulla base di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha condannato l’Italia a risarcire Amanda Knox per aver violato il suo diritto alla difesa. Tuttavia, nel mese di aprile l’Italia ha indetto un nuovo processo sulla presunta diffamazione. «Mi dispiace di non essere stata abbastanza forte per resistere alla pressione della polizia» ha detto Knox alla corte durante l’udienza di mercoledì 5 giugno, riporta Forbes «Non ho mai voluto diffamare Patrick. Era mio amico e si è preso cura di me, consolandomi della perdita della mia amica». 

Sebbene sia risultato totalmente estraneo, la vicenda avrebbe influito negativamente sulla reputazione di Lumumba, il quale, avendo perso il lavoro, si sarebbe dovuto trasferire fuori dall’Italia, secondo quanto riferito dal suo avvocato. L’uomo non si è presentato in tribunale durante l’udienza, riporta la BBC, ma avrebbe accolto con favore la sentenza del tribunale fiorentino. «La sentenza è giusta e meritata» ha dichiarato Lumumba all’Ansa «È vero, eravamo amici, ma Amanda mi ha pugnalato alle spalle, senza scusarsi» 

Per Francesco Maresca, avvocato della famiglia Kercher, ci sono “ombre che continuano a restare sul delitto”. «Una domanda fondamentale rimane senza risposta» ha commentato l’avvocato durante un’intervista all’Ansa. «Per chi e per cosa Amanda ha calunniato Patrick?»  

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