mercoledì, 11 Dicembre 2024
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Svezia e Iran concludono accordo per scambio di prigionieri

Due cittadini svedesi arrestati in Iran e un ex ufficiale iraniano condannato in Svezia per crimini di guerra tornano nei rispettivi Paesi. Il Primo ministro svedese: una decisione difficile ma giusta

Il 15 giugno, due cittadini svedesi detenuti in Iran sono stati rilasciati in cambio della liberazione di un ex ufficiale iraniano condannato in Svezia per crimini di guerra. Lo scambio è stato mediato dall’Oman, dove i prigionieri sono stati trasferiti da Stoccolma e Teheran prima di tornare nei rispettivi Paesi, riferisce Al Jazeera.

Il cittadino iraniano che era detenuto in Svezia è Hamid Nouri, ex ufficiale arrestato a Stoccolma nel 2019 per aver commesso crimini di guerra in Iran nel 1988. L’uomo era stato accusato di tortura ed esecuzione di massa di migliaia di prigionieri politici detenuti nel carcere di Gohardasht, in cui Nouri svolgeva la funzione di assistente del sostituto procuratore. L’ex ufficiale era stato poi condannato al carcere a vita nel 2022, come riportato da Euronews.

I crimini perpetrati da Nouri sono collegati ad alcuni eventi verificatisi dopo la fine del conflitto tra Iran e Iraq, raggiunta a seguito del cessate il fuoco mediato dall’ONU. Di fatti, in seguito al conflitto scoppiato nel 1980, il gruppo iraniano di opposizione Mojaheddin-e Khalq (MEK), sostenuto e armato da Saddam Hussein, organizzò un attacco a sorpresa – poi fallito – contro l’Iran di Khomeini, l’allora Guida suprema dell’Iran.

Successivamente, su ordine di quest’ultimo, i membri del MEK detenuti in carcere furono condannati a morte e giustiziati, insieme ad altri prigionieri politici. Tuttavia, il Paese non ha mai del tutto riconosciuto le esecuzioni compiute in quell’anno.

Dall’altro lato, i due cittadini svedesi detenuti in Iran erano stati arrestati nel 2022 e 2023, ufficialmente per ragioni securitarie. Il primo, Johan Floderus, impiegato del Servizio europeo per l’azione esterna, era stato condannato per spionaggio in favore di Israele e per “corruzione sulla terra”, crimini per i quali in Iran è prevista la pena capitale.

Il secondo, Saeed Azizi, con doppia cittadinanza svedese-iraniana, era stato condannato a cinque anni di carcere per “assembramento e collusione contro la sicurezza nazionale”.

Secondo il Primo ministro svedese Ulf Kristersson, i due prigionieri ricondotti in Svezia erano in buone condizioni, riferisce Reuters. «In qualità di Primo ministro, ho una particolare responsabilità sulla sicurezza dei cittadini svedesi – ha aggiunto – Per questo, il governo ha lavorato intensamente sulla questione, insieme ai servizi di sicurezza svedesi che hanno negoziato con l’Iran».

Il Ministro ha poi commentato lo scambio affermando che l’Iran ha usato i due prigionieri svedesi “come pedine in un cinico gioco di negoziazioni”, con l’obiettivo di ottenere la liberazione di Hamid Nouri.

A questo proposito, il Consiglio nazionale della resistenza iraniana, una coalizione che riunisce gruppi contrari al governo della Repubblica islamica, ha criticato la mossa della Svezia, la quale avrebbe così “ceduto al ricatto” e alla “tattica degli ostaggi” dell’Iran. La decisione del governo svedese di procedere con lo scambio di prigionieri incoraggerebbe la strategia di Teheran di arrestare cittadini stranieri per ottenere delle concessioni.

«Capisco come questo venga accolto con sentimenti contrastanti» ha continuato Kristersson. «Non è stata una scelta facile quella che il governo ha dovuto compiere, ma a volte bisogna prendere decisioni difficili e fare ciò che è giusto».

Anna Valle
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza internazionale
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