Un commando di uomini armati ha preso d’assalto la prigione di Mirebalais, città strategica nel centro di Haiti, liberando oltre 500 detenuti e seminando il panico tra la popolazione. A riportare la notizia è la BBC, secondo cui gli aggressori hanno aperto il fuoco su edifici e civili, appiccato incendi a veicoli e costretto gli abitanti alla fuga. Nonostante l’intervento della polizia, molti dei fuggitivi sarebbero ancora in libertà.
Mirebalais, crocevia tra Port-au-Prince, la costa e la Repubblica Dominicana, rappresenta un obiettivo primario per le bande. Le autorità sostengono di aver ripristinato il controllo, ma fonti locali descrivono una situazione ancora fuori controllo, con il timore di nuovi assalti.
L’operazione è stata condotta dalle gang “400 Mawozo” e “Taliban”, affiliate alla coalizione Viv Ansam, attiva nel nord della capitale. Noti per rapimenti ed estorsioni, questi gruppi mirano a dominare le vie di comunicazione fondamentali per il traffico di merci e persone. I “400 Mawozo” in particolare hanno fatto parlare di sé per sequestri di massa, incluso quello di 17 missionari statunitensi nel 2021.
L’attacco arriva pochi giorni dopo l’uccisione di Benedict Kabiru, agente keniano della Missione di sicurezza multinazionale (MSS), il secondo caduto in servizio ad Haiti. L’episodio evidenzia il fallimento degli sforzi per contrastare le bande: la popolazione denuncia l’inefficacia delle forze internazionali e un peggioramento della sicurezza.
I dati dell’ONU dipingono un quadro drammatico:
- Più di 1.400 rapimenti
- Oltre 5.600 omicidi nel 2024
- 2.200 feriti
L’impunità delle gang e il vuoto di potere dello Stato alimentano una spirale di violenza senza fine. Con gran parte del paese in mano ai criminali, Haiti attende un intervento internazionale più incisivo per spezzare l’assedio che dura da anni.