Joe Biden, in uno degli ultimi atti del suo mandato come presidente degli Stati Uniti, ha intrapreso la sua prima visita ufficiale nell’Africa subsahariana. È il primo presidente americano a visitare il Paese, gesto volto al miglioramento nelle relazioni bilaterali. La visita era originariamente prevista per il 2023, ma è stata posticipata al 2024 e nuovamente rinviata a causa dell’uragano Milton, come riportato da AP News. Questo ha rafforzato la percezione, diffusa in alcuni ambienti africani, che il continente sia ancora una bassa priorità per Washington.
Durante la sua permanenza, durata dal 2 al 4 dicembre, il presidente ha incontrato il leader angolano João Lourenço per discutere di sicurezza, commercio e infrastrutture. L’argomento al centro del dialogo tra le due potenze è stato il Corridoio di Lobito, un progetto ferroviario finanziato dagli Stati Uniti e da partner internazionali per collegare le ricche miniere di cobalto, litio e rame di Zambia e Repubblica Democratica del Congo al porto angolano di Lobito. Definito un “punto di svolta” dalla Casa Bianca, il progetto mira a contrastare la crescente influenza della Cina nel settore dei minerali critici, essenziali per le tecnologie pulite e le batterie dei veicoli elettrici. Secondo quanto riportato dalla BBC, l’Autorità per la Promozione degli Investimenti del Corridoio di Lobito considera il coinvolgimento americano «la prima alternativa di Washington D.C. all’iniziativa cinese Belt and Road», mirata a creare rotte commerciali che leghino vari paesi africani e asiatici alla Cina.
Sebbene il Corridoio rappresenti un tentativo strategico di rilanciare la cooperazione con l’Africa, la sua realizzazione è prevista ben oltre la fine del mandato di Biden. Il futuro del progetto e il coinvolgimento americano sul continente dipenderanno dall’amministrazione entrante di Donald Trump, che ci si aspetta prosegua con l’iniziativa, dato l’obiettivo condiviso di contenere Pechino.
Oltre agli investimenti infrastrutturali, Biden ha commemorato il passato condiviso tra Angola e Stati Uniti legato al commercio transatlantico di schiavi in un discorso tenuto al Museo Nazionale della Schiavitù di Luanda. Ha ricordato che milioni di angolani furono deportati forzatamente nelle Americhe, molti dei quali negli attuali Stati Uniti, sottolineando l’importanza di affrontare la storia, anche nei suoi aspetti più dolorosi, per costruire un futuro migliore. Washington ha inoltre annunciato una sovvenzione di 229.000 dollari per sostenere il restauro dell’edificio, secondo quanto riportato da Reuters.
La visita rappresenta un significativo sforzo per rilanciare i rapporti USA-Africa, non solo come risposta alla Cina, ma come tentativo di immaginare una presenza americana più seria e costante nel continente e promuovere ulteriormente sviluppo e cooperazione in una delle aree più strategiche e contese al mondo.