giovedì, 21 Novembre 2024
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Cina: strategia Zero-Covid e nuovi lockdown

In Cina i casi Covid hanno raggiunto il massimo giornaliero degli ultimi sei mesi, con 5.643 contagi registrati dalle statistiche ufficiali

Con oltre cinquemila nuovi casi di positività al Covid-19 registrati negli ultimi giorni, la Cina fa un salto indietro nel tempo di sei mesi, in quanto non si registravano numeri così alti dallo scorso maggio.

La Cina è nota per la sua politica “Zero-Covid”, una strategia che permette di estinguere i focolai del virus non appena emergono, imponendo restrizioni, test di massa e lunghe quarantene.

Una politica non ben accolta dagli abitanti del paese, che ultimamente avevano sperato potesse affievolirsi.

Nonostante la crescente frustrazione pubblica, l’impegno per la politica di tolleranza zero da parte Pechino è stato ribadito nuovamente dal funzionario per il controllo delle malattie Hu Xiang.

«La pratica ha dimostrato che la nostra politica di prevenzione e controllo della pandemia, insieme ad una serie di misure strategiche, sono completamente corrette, oltre che le più economiche e le più efficaci» ha affermato Xiang.

«Dovremmo aderire al principio di mettere le persone e le vite al primo posto e alla strategia più ampia di prevenire le importazioni dall’esterno e i rimbalzi interni».

Nonostante la politica attiva però, i focolai nel paese sembrano essere sempre più estesi.

La maggior parte dei nuovi casi è stata rilevata nel distretto di Haizhu, attualmente in lockdown.

Nel distretto, sono stati sospesi i servizi di autobus e metropolitana e i residenti esortati a rimanere a casa.

Nella Cina centrale, dove si trova lo stabilimento di Zhengzhou, la più grande fabbrica al mondo di produzione di telefoni Apple, è stato imposto il lockdown per frenare la diffusione dei nuovi casi Covid.

Le autorità cinesi hanno imposto il blocco a 600.000 persone nell’area che circonda lo stabilimento di produzione di iPhone.

L’applicazione delle restrizioni però, non ha impedito allo stabilimento, che impiega circa 200.000 persone, di continuare la sua produzione.

Nella fabbrica, infatti, in osservanza della strategia “Zero-Covid” in azione nel paese, sono attive rigide misure di contenimento, che non prevedono il blocco della produzione ma costringono i lavoratori ad operare in un sistema a “circuito chiuso”.

In Cina, dunque, le aziende in aree a rischio vengono spesso autorizzate a rimanere operative in un sistema in cui il personale vive e lavora in loco.

Le prime misure anti-Covid attivate nello stabilimento risalgono al mese di ottobre, quando ai lavoratori è stato chiesto di mangiare nei dormitori e non più nelle mense.

La situazione sarebbe poi degenerata negli ultimi giorni, con scorte alimentari e mediche in esaurimento e con i lavoratori rinchiusi nei dormitori per la quarantena indetta a causa dei nuovi focolai.

In seguito all’impatto che le nuove restrizioni stanno avendo sulla produzione dello stabilimento di Zhengzhou, la Apple ha dichiarato in un comunicato stampa che: «La struttura opera a capacità notevolmente ridotte. Ci aspettiamo che i clienti sperimenteranno tempi di attesa molto lunghi nel ricevere i loro prodotti. Come abbiamo fatto durante la pandemia di Covid-19, stiamo dando la priorità alla salute alla sicurezza dei lavoratori della nostra filiera» riporta il The Guardian.

Sara Grilli
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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