giovedì, 21 Novembre 2024
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Approvata in Georgia la controversa “legge russa”: in decine di migliaia protestano a Tbilisi

A scontrarsi non sono solo i manifestanti con la polizia, ma anche la presidente col primo ministro

Il parlamento georgiano ha votato a favore della legge sugli “agenti stranieri” con 84 voti a favore e 30 contro. La legge ha suscitato diverse polemiche e controversie nel paese, provocando varie ondate di proteste nella capitale Tbilisi. Nella giornata del 14 maggio, i manifestanti georgiani hanno provato a fare irruzione nel parlamento, ma son stati fermati dalla polizia in tenuta antisommossa.

La natura della legge riguarda il finanziamento di entità non governative e prevede che queste vengano registrate come agenti stranieri qualora più del 20% dei propri fondi sia di provenienza estera. La pena, in caso di mancata dichiarazione e registrazione, prevede multe che possono superare gli 8.600€, come riporta il New York Times.

Stando ai gruppi di maggioranza parlamentare e al primo ministro Irak’li K’obakhidze, la legge avrebbe lo scopo di rafforzare la sovranità stessa del paese tagliando il finanziamento ad enti cui scopo si manifesterebbe nell’influenzare la politica estera. Tuttavia questa mossa, stando ai critici, presenterebbe problemi su due piani: uno interno ed uno estero.

Per quanto riguarda la dimensione interna del provvedimento, potrebbe limitare le libertà politiche dei georgiani. La legge oltremodo sarebbe molto simile ad un’altra legge introdotta da Vladimir Putin nel 2012. A tal proposito, come riportato dalla CNN, la presidente della Georgia Salomé Zourabichvili commenta: «È una legge russa. Si tratta di un duplicato esatto della legge che Putin ha adottato qualche anno fa per distruggere la società civile».

Spostandoci invece sulle sue conseguenze con l’estero, la legge potrebbe compromettere i rapporti del paese con l’occidente, in particolare con l’Unione Europea. Questa, infatti, non rispetterebbe i principi di democrazia e libertà che sono l’essenza dell’Unione. A tal proposito, James O’Brien, vicesegretario di stato per gli affari europei ed euroasiatici a Washington, ha dichiarato: «Qualora la legge non fosse conforme con le norme dell’Unione Europea, dovesse indebolire la democrazia, e fossero presenti violenze contro manifestanti pacifici, allora ci saranno sanzioni provenienti dagli Stati Uniti. Queste tenderanno ad essere restrizioni finanziarie e di viaggio per le persone responsabili di tali azioni e per le loro famiglie».

A tali accuse il governo ribadisce come la legge non abbia nulla a che fare con Mosca, ma che anzi sia impegnato a perseguire l’obbiettivo di entrare nell’Unione Europea. «Una persona sicura di sé, ma senza conoscenza o intelligenza è peggio di un carro armato russo», così ha commentato il primo ministro su Facebook descrivendo gli oppositori della legge.

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