sabato, 27 Aprile 2024
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“Don’t Say Gay”: aspre polemiche in casa Disney

In Florida i dipendenti della comunità LGBTQ+ della Disney accusano l’azienda di non essersi schierata apertamente contro il disegno di legge per la tutela dei diritti dei genitori nell’istruzione

Negli Stati Uniti gli attivisti LGBTQ+ della Disney hanno fortemente contestato la mancata presa di posizione dell’azienda riguardo il disegno di legge, soprannominato “Don’t Say Gay”, creato per la tutela dei diritti dei genitori nell’istruzione, già approvato dal Senato della Florida e in attesa di ratifica.  Il testo vieta discussioni sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere dalla scuola materna alle classi di terza elementare e permette ai genitori di citare in giudizio la scuola qualora ritenessero che ci sia stata una violazione della legge. L’amministratore delegato della Disney Bob Chapek si è scusato con una lettera inviata ai dipendenti.

La comunità LGBTQ+ ritiene importante il sostegno dell’azienda in considerazione dell’impero commerciale della Disney, che conta più di 75 mila dipendenti in Florida, e di conseguenza della sua forza politica in ambito decisionale. All’inizio della settimana scorsa, Chapek aveva dichiarato “il modo migliore per la nostra azienda di apportare cambiamenti duraturi è attraverso i contenuti stimolanti che produciamo, la cultura di accoglienza che creiamo e le diverse organizzazioni comunitarie che sosteniamo”. Tuttavia, questo commento ha suscitato ancora più polemiche, perché i dipendenti hanno avanzato un’accusa più seria sul fatto che la Disney non avesse quasi mai prodotto contenuti di “affetto apertamente gay”, censurando le rappresentazioni queer soprattutto nei film Pixar.

Venerdì 11 marzo, l’amministratore delegato Bob Chapek, in una nota ai dipendenti, ammette di aver sbagliato nel non prendere posizione in merito al disegno di legge “Don’t Say Gay”. Nella sua lettera, ha dichiarato di aver compreso il fatto che questa non sia solo una questione relativa ad una singola legge, ma è l’ennesima sfida nei confronti dei diritti umani fondamentali, per questo motivo si impegnerà di più nella lotta per la parità dei diritti. Inoltre, ha affermato di essersi opposto al disegno di legge fin da subito, di aver telefonato al governatore della Florida Ron DeSantis per esprimere le sue preoccupazioni e di voler donare 5 milioni di dollari alla campagna per i diritti umani del gruppo LGBTQ+. “Sono impegnato in questo lavoro e con voi tutti, continuerò a impegnarmi con la comunità LGBTQ+ in modo da poter diventare un alleato migliore”

Il gruppo ha categoricamente rifiutato la donazione, invitando la Disney a intraprendere “azioni significative” contro il disegno di legge e progetti simili in altre parti del Paese. La Casa Bianca ha denunciato il disegno di legge come “legislazione odiosa nei confronti di studenti vulnerabili”.

Silvia Spera
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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