giovedì, 25 Aprile 2024
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La magia vudù ha bisogno di più fedeli e di più turisti

A Lomé, la capitale del Togo, esiste il più grande mercato di feticci dell’Africa Occidentale, ma i commercianti animisti denunciano una diminuzione di turisti e di credenti a causa della pandemia e delle nuove correnti religiose

Sul quotidiano El País, la giornalista Lola Hierro riporta l’intervista a Okeke Dako, una delle guide ufficiali del Mercato dei Feticci di Akodessewa, che si trova a Lomé, la capitale del Togo, ed è gestito interamente da famiglie di origine beninese. Secondo Dako, molte persone confondono la magia vudù e la stregoneria; i riti vudù non nascono per lanciare malefici o per fare del male al prossimo, anche se c’è la possibilità di farlo. Le conoscenze che accomunano le due tipologie di rito sono le stesse, ma se uno sciamano osasse fare del male a qualcuno, verrebbe cacciato dalla comunità e spogliato della propria credibilità, della reputazione e di ogni mezzo di sostentamento. La magia vudù è conosciuta nel mondo nella sua accezione negativa a causa di come è stata dipinta nei prodotti di Hollywood; tuttavia, chi si serve di questa tecnica spirituale lo fa solo per aiutare il prossimo e cercare di far guarire le persone dai mali dello spirito.

I riti vudù sono praticati dagli animisti, ovvero da persone che credono che tutto ciò che esiste al mondo (animali, piante, esseri umani e perfino oggetti inanimati e paesaggi) abbia una propria coscienza. Il mercato di Akodessewa è nato nel XVII secolo e può essere visitato pagando un biglietto di 5.000 franchi CFA (7,5 euro) con incluse una visita guidata e la possibilità di scattare fotografie agli oggetti esposti, che sono perlopiù carcasse di animali ed erbe esotiche.

L’animismo era l’unica religione che si professava in Africa prima dell’arrivo dei colonizzatori europei, che con loro portarono nuove religioni e nuove correnti del cristianesimo che ora stanno prendendo sempre più piede e riducono la percentuale di animisti presenti in Togo. Gli ultimi dati raccolti circa le religioni esistenti nello stato africano risalgono al 2009, ed è stato stimato che su una popolazione di 8,2 milioni di togolesi, il 43,7% era cristiano, il 35,6% animista, il 14% musulmano sunnita e il 5% apparteneva ad altre correnti.

Inoltre, la pandemia causata dal COVID-19 e le restrizioni imposte sulla circolazione delle persone hanno ridotto notevolmente le visite turistiche, che se prima arrivavano ad una media di 30 al giorno, oggi sono poco più di una decina, come riferisce Dako. Secondo quest’ultimo ci sono però molte persone che continuano a professare l’animismo in segreto anche se dicono di appartenere ad altre religioni. Ciò accade soprattutto perché gli esponenti di religioni come il cristianesimo o l’islam si rifiutano di accettare le pratiche animiste e quindi chi crede a queste è costretto a farlo nella sfera privata, chiamando spesso il mercato per ricevere gli ingredienti che servono alla creazione delle cure.

Megan Manduca
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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