venerdì, 22 Novembre 2024
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Influenza aviaria: l’Argentina sospende le esportazioni di prodotti avicoli

L'influenza aviaria si sta diffondendo sempre più rapidamente in tutto il Sud America, creando problemi sanitari ed economici a molti dei paesi latinoamericani

Dopo due settimane di estrema allerta, le autorità sanitarie argentine hanno individuato il primo caso di volatile infetto da influenza aviaria. Il Servizio nazionale per la salute e la qualità agroalimentare – Servicio Nacional de Sanidad y Calidad Agroalimentaria (Senasa) – ha confermato l’infezione in un allevamento di polli nella provincia di Rio Negro, nella Patagonia settentrionale.

L’annuncio annulla automaticamente le esportazioni di prodotti avicoli del Paese, cosa che il Ministero dell’Economia teme fortemente, in quanto il valore delle vendite del settore all’estero supera i 350 milioni di dollari all’anno.

La scorsa settimana, il governo aveva già lanciato l’allarme, dopo aver individuato otto casi di influenza tra specie selvatiche. Il Ministero dell’Economia ha poi annunciato una serie di aiuti economici per i produttori, temendo che lo stato di difficoltà delle aree rurali dovuto alla siccità potesse scoraggiare la segnalazione di eventuali casi sospetti.

Il Senasa ha analizzato 177 casi a partire da martedì 21 febbraio e ha confermato 25 infezioni. Le autorità hanno dichiarato che il consumo interno «continuerà a svilupparsi normalmente», poiché la malattia non può essere trasmessa attraverso il consumo di carne o uova, e che gli esportatori di carne potranno quindi vendere i loro prodotti sul mercato interno, secondo quanto riferito da El País.

«I nostri prodotti avicoli continuano ad essere sicuri per gli argentini. La sospensione delle esportazioni risponde ai requisiti della normativa internazionale», ha spiegato il Ministro all’Agricoltura, Juan José Bahillo, su Twitter.

Il Governo ha rafforzato i controlli sanitari ai passaggi di frontiera e nelle aree naturali dove si concentrano i volatili selvatici, ma la preoccupazione principale resta la diffusione della malattia negli allevamenti destinati al consumo alimentare.

Secondo l’ultimo rapporto annuale del Ministero dell’Agricoltura, l’Argentina è l’ottavo produttore di pollame al mondo. In base ai dati del governo, il 97% della produzione è destinato al consumo interno e il restante 3% viene esportato in oltre 56 Paesi. La produzione coinvolge più di 100 piccole e medie imprese e impiega quasi 70.000 persone in tutto il Paese, ha riportato inoltre il quotidiano spagnolo.

L’influenza aviaria si sta diffondendo in tutto il Sud America. In Bolivia, il virus è stato individuato all’inizio di febbraio e più di 140.000 uccelli sono già stati abbattuti negli allevamenti per la produzione di alimenti.

Anche Uruguay, Paraguay e Brasile sono in stato di allerta. I casi più sensibili sono stati segnalati in Perù e Cile, che hanno registrato la morte di leoni marini che avevano contratto il virus mangiando carcasse di uccelli infetti. I ricercatori temono che queste morti di massa significhino che il virus possa iniziare a diffondersi anche tra i mammiferi.

Il fatto che la malattia muti e possa diffondersi da persona a persona è fonte di preoccupazione per la comunità scientifica, perché l’uomo non ha difese contro il virus. Dal 2003 sono stati segnalati circa 870 casi umani e più della metà sono morti. L’ultimo decesso registrato è stato quello di una bambina di 11 anni, morta mercoledì 22 febbraio in Cambogia, in una zona dove il consumo di pollo è largamente diffuso.

Gianluigi Micelli
Studente della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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