martedì, 19 Marzo 2024
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Polemica linguistica in Messico: Jesús Ociel Baena Saucedo è la prima persona non binaria a diventare magistratǝ elettorale in America Latina

L’elezione del primo magistrato non binario nella storia dell’America Latina ha riacceso il dibattito sulla lingua e il binarismo di genere

Non essendoci una marca di genere riconosciuta nell’italiano standard per riferirsi alle persone non binarie, all’interno del presente articolo si è scelto, tra le varie opzioni, di utilizzare “ǝ” come marca di genere non binario.

Lo scorso primo ottobre, Jesus Ociel Baena Saucedo ha prestato giuramento presso le strutture del Tribunale Elettorale dello Stato di Aguascalientes (TEEA), Messico, come magistratǝ ad interim, dal momento che sostituirà la magistrata Claudia Eloísa Díaz de León González, e ricoprirà questo incarico fino a quando il Senato della Repubblica non effettuerà la relativa designazione. 

Il TEEA è un ente pubblico autonomo, responsabile dell’amministrazione della giustizia in campo elettorale, della partecipazione sociale e della tutela dei diritti politico-elettorali dei cittadini.

Ociel Baena era a capo della Segreteria Generale degli Accordi ed ha alle spalle una carriera di oltre sei anni in materia elettorale come funzionario elettorale ad Aguascalientes e a Guanajuato, dove ha ricoperto le cariche di Segretario del Consiglio Distrettuale dell’Istituto Elettorale Nazionale.

A seguito della propria elezione, lǝ magistratǝ ha affermato: “Questa nomina, anche se temporanea, ma che trascenderà per essere la prima magistratura elettorale in Messico e in tutta l’America di una persona con identità di genere non binaria e con visibile e fiero orientamento sessuale omosessuale, è una responsabilità e anche un modo, per quanto modesto, di saldare il debito storico con le comunità più vulnerabili”. 

Ad ogni modo, l’elezione di una persona non binaria alla carica di magistrato ha riacceso il dibattito sulla lingua, e in particolare sul modo in cui sia necessario adattare il linguaggio alle persone a cui questo si riferisce. 

Il Presidente della Corte Suprema Arturo Zaldívar ha dichiarato in un video: “Il linguaggio inclusivo e non binario è una forma di uguaglianza. Non pretende di essere corretto, ma di sfidare la realtà e trasformarla. Al di là delle regole, si tratta di costruire un mondo diverso, in cui tutte le persone siano visibili e rispettate allo stesso modo“.

La consulente linguistica e giornalista Paulina Chavira ha spiegato presso la CNN l’importanza del linguaggio inclusivo e del linguaggio non binario: “Con il passare del tempo, ci siamo resi conto che il genere è inteso più come uno spettro, come qualcosa di fluido, non binario, appunto, e in questo caso dobbiamo trovare alternative non binarie nel linguaggio”.

Ci ha tenuto inoltre a precisare che si tratta di una questione di rispetto nei confronti dell’altro: “Esiste un genere con cui ci identifichiamo e a cui facciamo riferimento per esprimerci. E’ questo, l’identificazione di genere della persona, a dare il tono alla comunicazione. Non è obbligatorio, ma è un segno di rispetto, lo stesso che si mostra a qualsiasi persona quando la si chiama con il nome che desidera”.

Infine, risponde a chi si sente offeso dall’inclusione di un linguaggio non binario affermando che l’ostilità a questo tipo di linguaggio deriva dalla diffusa ignoranza rispetto a questo tipo di tematiche. Se sin dall’età scolare fossimo introdotti a questo tipo di realtà, adattare il linguaggio costerebbe molta meno fatica: tutto sta nel capire che “si tratta di dare un nome a se stessi, di riconoscersi, di dare valore all’altra persona, alla forma di espressione e al genere che desidera”.

Margherita Santoni
Studentessa della facoltà di Interpretariato e Traduzione
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