sabato, 27 Aprile 2024
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Dmitrij Muratov mette all’asta la medaglia del Premio Nobel per la Pace a favore dei rifugiati ucraini

Il direttore del quotidiano russo Novaja Gazeta Dmitrij Muratov ha deciso di mettere all'asta la medaglia ricevuta a dicembre 2021 in occasione del Premio Nobel per la Pace. I proventi, come dichiara, verranno destinati ad un fondo di aiuto per i rifugiati ucraini

Il premio Nobel per la Pace Dmitrij Muratov ha annunciato che metterà all’asta la sua medaglia e donerà i proventi ad un fondo per i rifugiati ucraini.

Il direttore della Novaja Gazeta, che aveva ricevuto il Premio Nobel nel 2021 assieme a Maria Ressa, ha spesso trattato di temi sensibili tra cui violazioni di diritti umani, corruzione governativa e abusi di potere.

La Novaja Gazeta era stata definita dal Comitato per la Protezione dei Giornalisti uno dei «pochi giornali veramente critici con influenza nazionale in Russia oggi».

Muratov, nonostante la repressione dei media e della libertà di parola, si è espresso con fierezza contro la guerra in Ucraina, dichiarando, come riportato dalla stessa Novaja Gazeta, che «la redazione e io abbiamo deciso di donare la medaglia del Premio Nobel per la Pace 2021 ad un fondo per i rifugiati ucraini».

Nel dicembre 2021 il caporedattore di Novaja Gazeta aveva dichiarato che era pronto a donare 30 milioni di rubli alla costruzione di un ospedale per bambini.

La rivista aveva sospeso la sua attività a marzo 2022, con l’inizio della “operazione speciale militare” in Ucraina, a seguito dell’emanazione da parte del governo di una legge che criminalizza la diffusione di informazioni false sulla guerra. Erano stati cancellati gli articoli ed era stata sospesa la copertura mediatica della situazione in Ucraina per evitare di mettere a rischio la vita dei giornalisti, che avrebbero rischiato 15 anni di carcere.

Il 3 marzo 2022 la Corte Europea per i Diritti Umani ha ricevuto una richiesta da parte di Muratov, il quale aveva richiesto l’intervento di Strasburgo per impedire al governo russo di interferire con l’attività dei media russi, e di non bloccare informazioni diverse da quelle delle autorità russe.

La CEDU, come riporta RaiNews, in attesa di pronunciarsi ufficialmente in merito alla questione, ha emesso un provvedimento cautelare che di fatto ha messo in mora la Russia.

Elena Panniello
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione (LM94)
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