sabato, 27 Aprile 2024
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Don Reverberi: negata estradizione. Il sacerdote connivente con la dittatura argentina

Negata l’estradizione in Argentina a Don Franco Reverberi, sacerdote italo-argentino accusato di aver commesso diversi reati durante la dittatura di Videla. Secondo il Ministro Nordio, la procedura di estradizione potrebbe avere sul soggetto «conseguenze esiziali»

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, nella giornata di mercoledì 10 gennaio 2024 si è opposto all’estradizione del sacerdote di origini italiane Don Franco Reverberi, richiesta dall’Argentina e di fatto confermata dalla Corte d’Appello di Bologna lo scorso ottobre. Mancava solo la conferma ufficiale del Ministro, negata per le precarie condizioni di salute del parroco che, a causa della sua veneranda età (86 anni) potrebbero aggravarsi. Quest’ultimo è accusato di crimini risalenti al periodo dei desaparecidos, come riportato da La Prensa.

Facendo un salto indietro nel tempo, nel 1976 in Argentina una giunta militare comandata da alcuni golpisti tra cui Jorge Rafael Videla, mette a segno un colpo di stato che sarà l’origine di una dittatura estremamente violenta e responsabile di gravi persecuzioni e violazioni dei diritti civili e umani. Reverberi era emigrato nel Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale, acquisendo il ruolo, durante la dittatura, di cappellano ausiliare dell’VIII squadra di esplorazione alpina di San Rafael.

Le accuse a suo carico sono quelle di aver assistito a torture e sequestro di persona, oltre all’omicidio di Josè Guillermo Berón, un peronista di 20 anni di cui si sono perse le tracce e che ancora oggi risulta nella lunga lista dei desaparecidos.

Dopo la fine della dittatura, Don Reverberi continuò indisturbato il suo sacerdozio in Argentina fino al 2010, anno in cui si ritrovò a dover rispondere alle accuse mosse da testimoni e sopravvissuti della dittatura, che lo additavano quale partecipante attivo ai crimini perpetrati da quest’ultima, come affermato dalla Secretaría de Derechos Humanos dell’Argentina. Tuttavia, egli non presenziò mai in tribunale, e nel 2011 tornò in Italia grazie all’utilizzo di un doppio passaporto. La giustizia argentina lo cerca dal 2012.

Non mancano le critiche al “No” all’estradizione del guardasigilli Nordio, arrivate sia dal deputato Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra, sia da altri deputati quali Zanella e Fratoianni per citarne alcuni. Secondo quanto da loro affermato in un documento all’ordine del giorno della seduta n.228 di mercoledì 17 gennaio 2024 della Camera dei deputati «il Governo italiano rischia di inviare il messaggio che persone accusate di tortura e crimini contro l’umanità possano godere di immunità, al contrario dovrebbe collaborare pienamente e lealmente con la magistratura argentina impegnata a rendere giustizia al Paese per i crimini commessi durante gli anni della spietata dittatura militare che ha insanguinato l’Argentina».

Non resta dunque che attendere ulteriori sviluppi per archiviare definitivamente la faccenda, in quanto le accuse a carico di Reverberi rimangono, e l’Argentina ha tutte le intenzioni di chiudere il cerchio delle ingiustizie.

Laura Vargiu
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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