venerdì, 11 Ottobre 2024
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I migranti africani accusati di traffico di esseri umani

Molti migranti che sopravvivono ai viaggi in mare e che sbarcano sulle coste italiane vengono accusati ingiustamente di traffico di essere umani

La BBC riporta la storia di un giovane senegalese sopravvissuto al viaggio in mare per attraversare il Mediterraneo accusato ingiustamente di traffico di esseri umani. L’intervista è stata rilasciata al giornalista Ismail Einashe, e racconta di un’Italia che incarcera ingiustamente migranti appena arrivati in Italia, molto spesso minorenni.

Il ragazzo, il cui nome di finzione riportato dalla BBC è Moussa, si è ritrovato a 16 anni, appena sbarcato in Italia dalla Libia, nel carcere di Trapani. La sua storia inizia scappando dal suo paese natale, il Senegal; quando sbarca a Trapani viene invitato ad aspettare un autobus insieme ad altri migranti che li avrebbe portati nei centri di accoglienza. Tuttavia, Moussa sale su un’automobile che lo porta in un ufficio, dove lo stava aspettando un’interprete. Durante l’interrogatorio l’interprete gli ha spiegato che due passeggeri della nave lo avevano accusato di aver condotto l’imbarcazione, e nonostante il giovane chiedesse chi fossero i suoi accusatori perché non capiva le motivazioni delle imputazioni, gli è stato negato il diritto ad avere più spiegazioni. In seguito, Moussa è stato incarcerato a sua insaputa ed è stato sottoposto a dei controlli per verificare l’età anagrafica. Sebbene abbia esplicitato più volte di essere un minore, i risultati dei controlli sono stati ritenuti inconcludenti e per questo motivo è stato portato in un carcere per adulti. Moussa testimonia inoltre di non essere stato solo: vi erano molti giovani africani che avevano la sua età, la maggior parte dei quali provenienti da Gambia, Tunisia, Nigeria e Mali.

Solo 9 mesi dopo Moussa è stato in grado di chiamare la sua famiglia, che pensava fosse morto, e poco tempo dopo ha scoperto che suo padre era deceduto. In prigione il giovane ha potuto portare a compimento gli studi per il diploma di scuola secondaria di primo grado, e finalmente tre anni dopo è stato rilasciato, nonostante gli siano stati negati i diritti processuali dal giudice a cui è stato affidato il caso, in quanto il ragazzo era minorenne. Il giorno del rilascio Moussa è stato abbandonato a sé stesso e solo quando ha raggiunto a piedi Piazza Vittoria a Trapani gli è stato indicato da alcuni migranti senegalesi di recarsi a Volpita, un campo profughi. Ora Moussa lavora come chef in un hotel di Cefalù, vicino Palermo.

I casi come quello di Moussa non sono rari in Italia; negli ultimi 10 anni più di 2500 persone sono state arrestate in Italia con le stesse accuse, secondo un recente report dell’organizzazione non governativa Arci Porco Rosso, che ha sede a Palermo. Coloro che vengono arrestati in Italia sono spesso accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato che può comportare fino a 20 anni di reclusione e multe molto salate. Secondo Maria Giulia Fava, un’assistente legale che ha contribuito alle ricerche, ci sono ancora centinaia di migranti innocenti che sono stati incarcerati ingiustamente e che attendono di essere processati. La donna afferma inoltre che spesso il sistema giudiziario italiano utilizza i migranti come capro espiatorio.

Megan Manduca
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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