lunedì, 20 Maggio 2024
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Uber portato in tribunale dai black cabs 

I tassisti londinesi hanno accusato la multinazionale Uber di violare le regole del noleggio privato e hanno deciso di portarla in tribunale chiedendo un risarcimento di 25 milioni di sterline.

Più di 10.500 conducenti dei black cabs, i famosi taxi londinesi, hanno accusato Uber, azienda di trasporto automobilistico privato, di aver violato le regole di prenotazione dei taxi e di aver deliberatamente ingannato le autorità.

I tassisti ritengono che la multinazionale abbia permesso ai propri conducenti di accettare prenotazioni direttamente dai clienti senza passare attraverso un sistema centralizzato, come richiesto ai black cabs, violando così una delle regole principali del noleggio privato. Inoltre, ritengono che Uber fosse a conoscenza della regolamentazione, ma che abbia comunque permesso l’utilizzo di questa strategia al fine di sottrarre clienti e affari ai competitori.

Garry White, tassista per 36 anni ha affermato «Uber si pensa al di sopra della legge e i tassisti di tutta Londra hanno subito una perdita di guadagni a causa di questo. È ora che siano ritenuti responsabili» come riferisce a The Guardian.

Un altro tassista, Dale Forwood, sempre al quotidiano britannico The Guardian ha dichiarato: «sono lieto di vedere che questa richiesta è stata presentata oggi e che finalmente avremo il nostro giorno in tribunale», aggiungendo: «avendo visto con i miei occhi il danno che il comportamento illegale di Uber ha causato ai tassisti che lavorano sodo, non vedo l’ora che venga fatta giustizia».

Lo studio legale Mishcon de Reya ha presentato un’azione di gruppo presso l’Alta Corte a nome dei tassisti, sostenendo che: «Uber non ha rispettato la legge che si applica ai veicoli a noleggio privati a Londra», come riferisce la BBC. La causa mossa nei confronti della multinazionale è del valore di 25 milioni di sterline, che equivale a circa 25.000 sterline per ogni tassista coinvolto.

L’azienda ha negato le accuse affermando: «queste vecchie affermazioni sono completamente infondate», per poi aggiungere: «Uber opera legalmente a Londra, è completamente autorizzata dal TFL ed è orgogliosa di servire milioni di passeggeri e conducenti in tutta la capitale» come riportato da Indipendent.

La multinazionale aveva però già incontrato una serie di problemi nel Regno Unito nel 2017. Infatti, la Transport for London aveva negato il rinnovo della licenza, spiegando che vi era stata: «una mancanza di responsabilità aziendale con implicazioni sulla sicurezza pubblica» come riferisce la BBC. La situazione è cambiata nel 2022, quando il paese ha nuovamente negato la licenza. L’azienda ha presentato un ricorso che si è concluso con esito positivo, consentendo alla multinazionale di operare nel Regno Unito per altri due anni, fino a settembre 2024.

Eva Capella
Studentessa della Facoltà di Economia
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