sabato, 27 Luglio 2024
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Il Benin nega al Niger l’accesso ai porti

Continua lo scontro economico tra i due paesi, ma il presidente beninese insiste sul riaprire i rapporti economici col vicino.

Il governo del Benin nega l’accesso ai suoi porti per l’esportazione di petrolio nigerino. Stando alla BBC, la decisione potrebbe far sfumare il progetto del Niger di cominciare ad esportare petrolio. Attualmente il paese produce circa 20.000 barili di grezzo al giorno, indirizzati esclusivamente al consumo domestico. I motivi di questa politica sono da trovarsi nella posizione geografica del Niger, paese privo di sbocchi sul mare.

Per ovviare al problema il governo nigerino ha avviato, nel 2012, un ambizioso progetto denominato Blueline. Il progetto, dal costo stimato di 2,5 miliardi di euro, prevedeva il congiungimento del Benin col Niger attraverso una nuova rete ferroviaria di 1.176 km. Blueline non è stato ancora del tutto completato, ma già nel 2014 veniva inaugurato il collegamento tra i due paesi, grazie al quale, il Niger poteva cominciare ad esportare petrolio sfruttando le linee ferroviarie collegate coi porti del Benin, ottenendo dunque un accesso al mare seppure indiretto.

I rapporti col Benin, dunque, assumono ancor più importanza, almeno da un punto di vista economico. A rendere però difficile la convivenza tra i due paesi sono il susseguirsi di colpi di stato in Niger: negli ultimi 14 anni se ne contano tre, di cui l’ultimo nel 2023.

È proprio a seguito di questo ultimo cambio di regime che i rapporti fra i due stati sono peggiorati. Nel tentativo di facilitare il ritorno al potere del precedente regime, il governo beninese insieme ad altri paesi dell’Africa occidentale ha chiuso i confini e imposto varie sanzioni. Eventualmente le misure adottate son state ritirate in febbraio del 2024, ma la giunta militare a capo del Niger non si dimostra intenzionata a normalizzare i rapporti coi vicini. La giunta, infatti, continua a vietare ogni importazione dal Benin. Il danno economico per i beninesi è stato stimato di circa 7 milioni di dollari al giorno in mancati proventi dalle tariffe doganali.

Il presidente della Repubblica del Benin, Patrice Talon, ha espresso il suo desiderio di ristabilire relazioni diplomatiche col vicino. Tuttavia sottolinea senza nascondere una certa frustrazione, come il paese confinante si dimostri politicamente instabile e ricorda il susseguirsi di bruschi cambi di regime.

«C’è un momento per condannare, uno per domandare ed uno per fare il punto e prendere nota. I nostri partner devono fare la propria parte e dichiarare chiaramente quali siano le loro intenzioni, cosa vogliano dalla comunità internazionale. La palla ce l’ha chi de facto comanda, che deve mostrare buonafede» ha poi aggiunto come riportato da France24.

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